Cgil, Cisl e Uil dell'Emilia Romagna scendono in piazza per chiedere garanzie al governo sulla copertura degli ammortizzatori sociali in deroga. I tre sindacati hanno indetto un presidio venerdì 18 aprile, dalle ore 10 alle 12, davanti alla Prefettura di Bologna (Piazza Roosevelt).

“Nei giorni scorsi - spiegano le tre organizzazioni sindacali in una nota - alla presenza del Presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, è stato raggiunto l'accordo tra tutte le parti sociali, le istituzioni locali e la Regione stessa, per la proroga dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga per il 2014. L'accordo proroga le condizioni convenute con l'intesa sottoscritta in Regione lo scorso 23 dicembre e ribadisce la necessità che il Governo emani urgentemente i decreti di copertura finanziaria, così come previsto dalla legge di stabilità per l'anno 2014”.

“Il dato di ricorso agli ammortizzatori sociali nella nostra regione nei primi mesi del 2014 – proseguono Cgil, Cisl e Uil dell'Emilia Romagna - conferma una situazione di crisi che ormai perdura da 6 anni. Nei mesi di gennaio e febbraio 2014 sono state autorizzate dall'Inps più di 12 milioni di ore (12 milioni e 100mila) di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e solo una parte della deroga) alle quali vanno aggiunte circa 4 milioni di ore di cassa in deroga non ancora autorizzate a causa della mancata copertura finanziaria da parte del Governo”.

“Dal 2009 – insistono i sindacati - le ore di Cassa integrazione in deroga utilizzate in Emilia Romagna sono state circa 185 milioni dei 450 milioni totali. Sono numeri impressionanti che ci dicono una volta di più quanto sia necessario rifinanziare immediatamente gli ammortizzatori per evitare che decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori della nostra regione restino senza reddito”.

Secondo i sindacati, “l’annunciata riforma degli ammortizzatori, se pur necessaria, non può mettere in discussione il governo dell’attuale emergenza di tutela del reddito di chi oggi si trova collocato in cassa integrazione in deroga. Questo paese non si può permettere un altro imperdonabile errore come quello accaduto nel recente passato per gli esodati, ancora oggi non totalmente risolto”.