Con oltre tre mesi di ritardo, “una inadempienza politica e sociale inammissibile pagata da coloro che sono senza occupazione e senza un minimo di reddito”, il ministro Di Maio ha finalmente firmato il decreto che sblocca le risorse per circa 60 mila lavoratori delle 18 aree di crisi complessa, a partire dalla Sardegna. Una conquista, fa sapere la Cgil “nostra e dei lavoratori, che come quelli dell’ex Alcoa del Sulcis, oggi in presidio davanti al ministero del Lavoro, si sono mobilitati”. Ora il decreto, che sblocca i 117 milioni di euro destinati alle Regioni, passerà al ministero dell'Economia per la firma di Tria.

“Dinanzi a una situazione di gravissima emergenza economica e sociale che accomuna tutte le aree di crisi complessa, la delegazione, composta da lavoratori, delegati e dalla Cgil nazionale, presente questa mattina all’incontro ha chiesto – prosegue la Cgil nazionale – garanzie sul termine tempestivo dell’iter così da consentire alle Regioni e all'Inps di erogare al più presto gli ammortizzatori ai lavoratori diretti e indiretti coinvolti nelle chiusure aziendali”.

Questa vicenda, per il sindacato, testimonia “l'assoluta necessità di affrontare, dopo anni di latitanza della politica industriale, il futuro di queste aree, dove i processi di riconversione economica e di riqualificazione sociale sono fermi al palo”. Il problema strutturale è “creare nuovo lavoro e gli ammortizzatori devono essere da sostegno all’interno di un disegno di trasformazione economica in grado di rinnovare l'insieme del contesto produttivo e sociale. Per affrontare tale questione chiediamo al governo l’apertura di un confronto serio e di merito”, conclude la Cgil.