Tute blu da tutta Italia in presidio sotto il ministero dello Sviluppo economico, nel giorno (oggi, 24 settembre) in cui scadono gli ammortizzatori sociali, in particolare cassa integrazione e contratti di solidarietà, per migliaia di lavoratrici e di lavoratori, a causa delle limitazioni e delle riduzioni introdotte dal dlgs 148/2015, decreto attuativo del Jobs Act. Da Nord a Sud, in molte aziende verrà superato il limite dei 36 mesi di cig e cds a disposizione nel quinquennio. Per questo motivo le organizzazioni sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno organizzato un presidio unitario dei metalmeccanici sotto al ministero, dalle 10 alle 14, per chiedere risposte immediate al governo e per evitare quindi migliaia di licenziamenti. 

"Si tratta - spiegano Fim, Fiom e Uilm in una nota - di lavoratori in aziende che non sono riuscite a completare la riorganizzazione o a uscire da una crisi di mercato, oppure in aziende che hanno cessato l’attività o che sono coinvolte in procedure di fallimento". Sono 140 mila i lavoratori metalmeccanici coinvolti da situazioni di crisi dei comparti degli elettrodomestici, della siderurgia, dell’Ict e telecomunicazioni, dell’elettronica, dell’automotive, con oltre 80 mila lavoratori metalmeccanici interessati dalla cassa integrazione straordinaria.

In totale sono ben 144 i tavoli di crisi aziendale dei vari settori aperti al ministero dello Sviluppo economico al 30 giugno 2018 che riguardano 189 mila lavoratori. Sono, inoltre, 31 le aziende che hanno cessato l’attività in Italia per delocalizzare all’estero mettendo a repentaglio oltre 30 mila posti di lavoro. Vi sono, poi, 147 gruppi di imprese interessate da procedure di amministrazione straordinaria.

"Senza nuove norme la scadenza odierna degli ammortizzatori si tradurrà per migliaia e migliaia di lavoratori in licenziamento con gravissime ripercussioni e conseguenze per l’occupazione in tutto il Paese", avvertono ancora Fim, Fiom e Uilm - che chiedono quindi al governo l'apertura di un tavolo urgente per la copertura degli ammortizzatori sociali, per poter concludere i processi di riorganizzazione e di ristrutturazione aziendale e le reindustrializzazioni; il rilancio dei contratti di solidarietà; il sostegno alla formazione e agli investimenti innovativi; politiche attive ed efficaci per garantire le ricollocazioni e tutelare l’occupazione”.