Si è concluso il primo incontro previsto dalla procedura di legge sui 3.000 licenziamenti avviati dalla società Almaviva. Le parti hanno effettuato una lunga analisi delle condizioni di mercato, che renderebbero impossibile trovare alternative ai licenziamenti che l’azienda ritiene irreversibili. Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, ha invitato Almaviva  ad evitare una drammatizzazione della situazione che renderebbe ingovernabile la tensione sociale nelle tre città interessate (Roma, Napoli, Palermo), e ad accettare un confronto in sede ministeriale per individuare gli interventi necessari a modificare le attuali condizioni di mercato e rendendo possibile il ritiro dei licenziamenti.

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Slc Cgil: non possiamo perdere Almaviva

“Interventi su articolo 24 bis per le delocalizzazioni, un contrasto a gare assegnate a prezzi non sostenibili, la piena applicazione delle clausole sociali anche da parte di imprese governate dallo stato (Poste ed Enel), nonché un intervento sulla qualità del servizio da erogare ai cittadini italiani sono la parole chiave – ha dichiarato Azzola - per contribuire al riassorbimento di tutti gli esuberi, migliorando nel contempo la qualità del customer care, oggi appesantita dalle condizioni del mercato.

“Tali strumenti sono agibili solo qualora il governo decida di sviluppare una reale politica di settore, nell’interesse dei cittadini/clienti e dei lavoratori, mettendo fine allo scempio operato dagli uffici commerciali delle grandi ditte appaltatrici più interessati alle politiche retributive personali che agli impatti sociali e alla qualità del servizio.”

“Almaviva, accettando l’invito a rinunciare all’irreversibilità del processo, ha ribadito che parteciperebbe convintamente ad un incontro in sede istituzionale, in cui  tutte le parti contribuissero fattivamente a individuare soluzioni per consentire prospettive di medio-lungo periodo.” Il sindacalista quindi prosegue: “Per questi motivi i sindacati hanno inviato unitariamente una richiesta d’incontro al Mise, affinchè convochi immediatamente il tavolo di confronto. E’ il momento della responsabilità di tutti – conclude Azzola - bisogna evitare che la campagna elettorale cavalchi il malcontento dei lavoratori: soltanto  soluzioni certe e condivise potrebbero evitarlo. Se non si procedesse su questa strada, agli esuberi di Almaviva, si aggiungerebbero quelli di tutte le altre aziende che debbono sostenere un costo del lavoro non agevolato dagli incentivi alle nuove assunzioni, con ulteriori migliaia di licenziamenti in tutta la penisola”.