Una vera e propria doccia gelata: dal governo arriva uno stop ai 5mila contratti di solidarietà attivi nei call center Almaviva. Ne danno notizia in una nota i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl di Palermo: "Apprendiamo con preoccupazione, da una comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del 15 dicembre, che è stata revocata ad Almaviva Contact la concessione dei contratti di solidarietà con data retroattiva dal primo dicembre 2015".

"Tale decisione - spiegano i sindacati - consegue al cambio di classificazione Inps dal settore 'industria' a quello 'servizi' e determina una situazione che modifica in peggio il peso delle ricadute sui lavoratori dell’intero Gruppo Almaviva. L’accesso agli ex ammortizzatori sociali in deroga, confluiti nel fondo residuale, costituisce un’ulteriore incertezza per migliaia di famiglie coinvolte da tale processo. La dotazione economica per il 2015 risulta già insufficiente - denunciano le 4 sigle - quella per il 2016 a sostegno del Decreto 22764 del 12/01/2015, Decreto che sembra scritto da Almaviva, necessita di una consistente copertura economica".

"Non abbiamo alcuna certezza che Almaviva non abbia alcuna responsabilità nei confronti di tale intervento dell’Inps - scrivono ancora Slc, Fistel, Uilcom e Ugl -  atteso che in ogni incontro effettuato al Mise questo argomento è stato prontamente affrontato dall’Azienda stessa, insieme alla richiesta di definire un decreto attuativo per l’erogazione delle risorse previste dalle stabilizzazioni del 2007, l’incertezza sulla decontribuzione per i contratti di solidarietà, le inadempienze del governo sull’applicazione dell’art. 24 bis e i diversi regimi contributivi per le aziende del settore".

"Rivendicare che le regole debbano essere uguali per tutti è un dato oggettivo, ma non si possono confondere aziende che occupano migliaia di lavoratori e muovono fatturati con tanti zeri e aziende che occupano poche centinaia di addetti con indici economici medio/bassi", scrivono ancora i sindacati.

Secondo i sindacati, "in un momento in cui la distanza tra Nord e Sud a livello di occupazione e di sviluppo industriale si allarga sempre di più il venire meno di uno strumento così importante di accesso agli ammortizzatori sociali ordinari aumenta le preoccupazione dei lavoratori palermitani e rischia di gettare nel baratro l’intera economia che ruota attorno a questo importante complesso industriale".

"Ribadiamo, come più volte espresso in tutti i tavoli istituzionali e relazionali, che Almaviva è un’azienda fondamentale per Palermo, un’azienda di cui Palermo non può fare a meno perché è l’industria del futuro - concludono le sigle sindacali - Auspichiamo, pertanto, un intervento urgente del Ministero del Lavoro che possa mettere in sicurezza l’attuale perimetro occupazionale, della Regione Sicilia che continua ad essere la grande “assente” in questa vertenza e dell’Azienda che si faccia carico delle conseguenze derivanti da tale modifica senza aggravare ulteriormente un dramma sociale che assumerebbe altrimenti proporzioni incontenibili".

I sindacati palermitani sono "assolutamente consapevoli" che tale ultima condizione rappresenta "un ulteriore vincolo alle problematiche strutturali affidate al tavolo presso la Presidenza del Consiglio". Pertanto, "si sollecitano le Istituzioni ad attivarsi e si invitano le Segreterie Nazionali a prevedere un percorso relazionale con il coinvolgimento dei dicasteri competenti".