E' sempre più grave l'emergenza sociale per i lavoratori del Sulcis rimasti a casa con la chiusura dello stabilimento Alcoa di Portovesme. I 150 operai dell'indotto, infatti, non ricevono da quattro mesi il sussidio degli ammortizzatori sociali in deroga, mentre per gli altri, 350 dipendenti diretti, si cerca ancora uno spiraglio nelle trattative avviate dal governo con la Klesh, su cui anche la Regione Sardegna depone una moderata fiducia.

Una nota positiva arriva però dall'incontro odierno (12 maggio) tra sindacati e Regione Sardegna. “Registriamo un cambio di passo, che leggiamo chiaramente in un nuovo e attivo impegno della Regione nella vertenza Alcoa”, affermano i segretari Cgil, Cisl e Uil Michele Carrus, Fabio Enne e Francesca Ticca dopo il confronto con il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru e gli assessori al Lavoro e all'Industria.

I sindacati hanno riscontrato la disponibilità della Giunta alla richiesta, “più volte reiterata in passato, di una partecipazione reale del governo regionale, anche attraverso una interlocuzione più stringente con quello nazionale, alle trattative che porteranno al passaggio dello stabilimento Alcoa a una nuova gestione”.

Altra richiesta reiterata dai sindacati è quella di garantire la copertura degli ammortizzatori sociali in questa fase di passaggio fino alla ripresa delle produzioni, per i lavoratori diretti così come per gli appalti, che, come detto, si trovano in una situazione di grande difficoltà. Cgil Cisl e Uil hanno chiesto inoltre, che vengano mantenuti in efficienza gli impianti in vista del riavvio definitivo.

In campo oggi resta l'ipotesi dell'acquisto da parte di Klesch: entro i primi di giugno dovrà palesare i dettagli di un progetto di rilancio che, secondo quanto affermato dai sindacati, dovrà essere a lunga, a lunghissima scadenza, “altrimenti è evidente che dovranno essere ricercate e vagliate, in primo luogo dal soggetto pubblico, altre soluzioni”.