Riparte la mobilitazione dei sindacati contro l’Agenzia ispettiva unica. Il progetto del governo di unire i servizi ispettivi di Inps, Inail e ministero del Lavoro in un’unica struttura, la cui istituzione è contenuta nella legge delega sul Jobs Act, proprio non piace alle categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil. Il 20 marzo scorso (vedi articolo) a Roma, nel corso dell’Assemblea nazionale dei delegati degli enti coinvolti, i sindacati hanno lanciato la loro proposta di riordino, che è però rimasta inascoltata. Riparte così la mobilitazione, con assemblee regionali dei lavoratori che si terranno l’8 maggio in Veneto (con assemblea a Venezia) e Marche (Ancona), il 15 maggio in Liguria (Genova) e Umbria (Perugia), il 22 maggio in Toscana (Firenze) e Campania (Napoli) e il 29 maggio in Puglia (Bari) e Lazio (Roma).

“La grave incertezza sul riordino dei servizi ispettivi, alimentata dal silenzio assordante del ministero del Lavoro, mette a rischio la legalità nel paese” spiegano in una nota unitaria Salvatore Chiaramonte, Paolo Bonomo e Sandro Colombi, segretari nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa: “Vogliamo che si riapra subito il confronto con il governo. E vogliamo un impegno preciso dalle Regioni a difesa delle attività di controllo sul territorio”. I sindacati ricordano, rifacendosi appunto all’iniziativa del 20 marzo, di aver messo in chiaro la contrarietà a “una riforma dell’attività di vigilanza che non fornisce alcuna garanzia sul miglioramento dei servizi ispettivi e sulla salvaguardia dei posti di lavoro. Con l’agenzia unica, così come ipotizzata dal governo, ci sarebbe un sostanziale arretramento della presenza dello Stato sul territorio. E si rischia di interrompere il rapporto tra lo Stato i cittadini e le imprese”.

Per Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa il governo intende dare vita “all’ennesima riforma di facciata che compromette la tenuta dello stato sociale, per di più a discapito dei lavoratori”. Ciò che serve, invece, è “una rete territoriale per il lavoro sicuro. Dobbiamo rilanciare l’attività di contrasto a lavoro irregolare, evasione ed elusione contributiva, garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, assicurare alle aziende la consulenza e l’assistenza necessaria, bloccando il proliferare delle imprese che operano nell’illegalità”. In maggio, quindi, si terranno le assemblee dei lavoratori di Inps, Inail e ministero del Lavoro, con il coinvolgimento di parlamentari e dei candidati governatori (visto che in gran parte delle Regioni coinvolte si va al voto): “Se il governo – concludono Chiaramonte, Bonomo e Colombi – continuerà in questa irresponsabile indifferenza, siamo pronti ad azioni eclatanti per difendere lo stato sociale e preservare i presidi di legalità e di promozione del lavoro regolare”.