"In questo congresso lo Spi ha indicato la necessità di rinnovare il patto tra generazioni. Un patto che deve avere al centro il lavoro, la dignità, i diritti. L'invecchiamento della popolazione è uno dei grandi mutamenti sociali, a cui concorrono spinte diverse: da una parte l'allungamento dell'aspettativa di vita, dall'altra il calo della natalità. La politica non è stata in grado finora di raccogliere queste istanze". Lo ha detto Raffaele Atti, segretario nazionale dello Spi Cgil, dal palco del congresso.

La sfida impegnativa di oggi "è per un invecchiamento attivo e in salute, fondato sul contributo degli anziani alla società, attraverso modalità graduali di cessazione del lavoro e mantenendo un protagonismo sociale". Atti ha elencato i diritti dei pensionati: "Il diritto alla mobilità, a sentirsi sicuri nelle case e strade, accedere alle nuove tecnologie, continuare ad apprendere, il diritto a spazi di socialità".

"Il peso dello Spi nei numeri della Cgil non deve essere vissuto con fastidio - ha aggiunto Atti -, ma piuttosto bisogna interrogarsi sul nostro compito di tenere insieme gli interessi di tutte le persone che abbiamo scelto di rappresentare. Al contrario, i processi di corporativizzazione sono alla base della crisi della società e portano l'opinione pubblica a slittare a destra".

Con l'attuale esecutivo "la democrazia viene messa in discussione, in un crescendo che preannuncia la nascita di un regime". Una grande organizzazione, da parte sua, "non può vivere a lungo senza colmare il gap tra i suoi valori e molti iscritti che votano forze politiche di valori opposti: per questo lo Spi è impegnato in una grande partecipazione alla manifestazione del 9 febbraio, contro il governo del cambiamento che non cambia nulla, contro una manovra iniqua sotto il piano previdenziale. La manifestazione deve restituire ai pensionati una visione del governo che sveli l'inganno della volontà del popolo contrapposta alla democrazia. Proprio verso la democrazia la Cgil ha una grande responsabilità".

Atti ha parlato poi dell'accordo sul segretario generale: "La Cgil ha trovato la forza di un colpo di reni per non uscire divisa dal congresso. Non era facile. Il prossimo segretario generale dovrà avviare una riflessione su come correggere gli effetti delle divisioni che abbiamo avuto finora. Lo Spi ha operato per una soluzione unitaria e una gestione collegiale per il futuro, rivendica con orgoglio il suo senso di responsabilità per una conclusione comune, costruendo le condizioni affinché il prossimo segretario sia davvero il segretario di tutti", ha concluso.