Domenica sera la doccia gelata che ha sorpreso gli amanti dello sci e i gestori degli impianti, con la decisione del Governo di tenere chiuse le piste almeno fino al 5 marzo. "Il Comitato tecnico-scientifico, rispondendo a un quesito del ministero della Salute, ha affermato che a causa delle varianti «non ci sono le condizioni» per una ripresa in sicurezza delle attività, consigliando al Governo «di evitare ulteriori riaperture»". Ha riassunto così la situazione Federconsumatori in un comunicato.

"La preoccupazione per la diffusione di questa e altre varianti del virus ha portato all’adozione di misure analoghe in Francia e Germania. Il Governo si è impegnato a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori, ma quello che lascia perplessi è il pessimo tempismo di tali decisioni. Da settimane, infatti, gli impianti si stavano preparando alla riapertura e molti cittadini avevano già prenotato skipass e alberghi. Sono molti gli amanti della montagna che ora si sono rivolti alla Federconsumatori per sapere come comportarsi, per ottenere il rimborso di un servizio di cui purtroppo non potranno fruire: ecco allora alcune indicazioni utili su come far valere i propri diritti".

Vediamo allora i consigli della federazione. 

"Ai sensi dell'art. 1463 del Codice Civile, laddove le società non abbiano già provveduto in autonomia al rimborso, i cittadini potranno chiedere ad impianti di risalita e strutture presso cui hanno già acquistato un servizio il rimborso/voucher se la formula sottoscritta prevedeva la cancellazione o il rimborso.

Più complesso il rimborso in caso di prenotazioni alberghiere: il fatto di non poter sciare non è legato, infatti, al soggiorno, che rimane fruibile. È opportuno comunque contattare la struttura e provare a chiedere il rimborso, senza tuttavia dare per scontato l'accoglimento della richiesta, ma confidando nel buonsenso dell'esercente.

Per informazioni ed assistenza ricordiamo ai cittadini che si possono rivolgere alle sedi della Federconsumatori, presenti sull'intero territorio nazionale.

Pur comprendendo gli interessi delle categorie economiche del settore chiuse da marzo del 2020 e i danni ulteriori che tale "dietrofornt" porterà (è stato calcolato in tal senso un danno economico all'intero indotto di oltre 10 mld di Euro), non possiamo biasimare la scelta del Governo di mettere al primo posto la salute dei cittadini. Una scelta assunta anche alla luce dell'andamento allarmante della diffusione delle varianti del virus e considerando il contesto e le situazioni di assembramento che facilmente si possono creare in ambienti come quelli degli impianti sciistici, seppur si tratti di situazioni all'aperto. 

Lo sforzo di tutti dovrà essere quello di mantenere il giusto equilibrio tra sicurezza ed esigenze di altra natura, sociale ed economica: in tal senso riteniamo fondamentale il ruolo del Governo nel permettere una ripartenza delle attività reale, sicura e sostenibile".