La storia infinita. Potremmo prendere in prestito il titolo del celebre romanzo di Michael Ende per parlare di precarietà dei lavoratori del settore degli appalti. A Siena Filcams e Fp Cgil hanno proclamato lo stato di agitazione per protestare contro il cambio di appalto delle pulizie della casa di riposo di Sinalunga.

“Il servizio è stato affidato ad un raggruppamento temporaneo di imprese che intende dividere il personale, di appena sei lavoratrici, in tre aziende diverse – spiegano le organizzazioni sindacali – ed è superfluo ribadire come la nostra posizione sia di netta contrarietà ad ogni forma di spacchettamento e frantumazione del personale a causa di un ordinario cambio di appalto. Tra l’altro è il caso di evidenziare che il lotto era unico. Fa specie, inoltre, che un servizio di fondamentale importanza come quello delle pulizie in un ambiente socio-sanitario rivolto agli anziani sia preso sotto gamba e sia stato sottovalutato in sede di stesura del bando dall'Apsp M. Redditti, committente pubblico a tutti gli effetti. Il pur legittimo business non può di per sé annullare automaticamente il diritto all’unicità dell’azienda e del datore di lavoro”.

“Si pone poi il serio problema dell’interazione e mobilità interaziendale annunciata dal R.T.I – proseguono Filcams Cgil e Fp Cgil - che potrebbe introdurre anche profili di intermediazione di manodopera con risvolti sicuramente vertenziali che altro non farebbero se non aumentare il disagio del servizio”.

“Il nostro stupore aumenta in considerazione della concomitanza del cambio di appalto con la difficile battaglia contro il Covid-19 – sottolineano i sindacati - perché non ci pare certo questo il momento di introdurre elementi di tensione in un settore che almeno nell’ultimo anno è stato riscoperto come fondamentale nella prevenzione delle malattie infettive. Certamente gli ospiti della casa di riposo e le dipendenti attuali non si meritano questo disagio. Andremo avanti nello stato di agitazione e nella protesta per tutelare la dignità delle lavoratrici - concludono le sigle sindacali - chiediamo alle istituzioni di fare altrettanto”.