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Il buio della sera di giovedì 2 ottobre si è schiarito davanti agli oltre 200 ospedali di tutta Italia dove si sono dati appuntamento medici infermieri, operatori e operatrici sanitari per dire no al genocidio, per ricordare gli operatori e le operatrici che in questi due anni di bombardamenti sono rimasti uccisi dalle bombe lanciate da Israele.
Sono 1.677 i sanitari uccisi, i cui nomi sono stati ricordati durante il flash mob, in una lettura a staffetta tra le regioni. Davanti all’ospedale San Giovanni di Roma si sono ritrovati in molti e molte, in collegamento con Stefano Argenio, infermiere del grande nosocomio romano che due giorni fa è partito da Otranto su una imbarcazione della Flottilla diretta a Gaza.
Argenio ha raccontato le motivazioni che lo hanno spinto a imbarcarsi sostenendo che “potremo essere arrestati, potranno sequestrare le nostre barche, ma altre ne partiranno perché siamo dalla parte giusta della storia e dobbiamo spingere i nostri governanti a cambiare rotta”.
La serata di ieri, però, è stata funestata da un brutto episodio. Un medico che aveva partecipato al flas mob davanti all’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, è stato aggredito e colpito al volto mentre stava andato a prendere la propria autovettura per tornare a casa.
“Esprimiamo la nostra più sentita vicinanza al collega e la più ferma condanna per l’atto vile e immotivato”, è quanto dichiarato in una nota della Funzione Pubblica Cgil di Roma Lazio.
“Quello che è successo ieri – continua la nota – non è tristemente un caso isolato, ma è piuttosto frutto di una campagna mediatica e politica di delegittimazione di tutte le iniziative che non vogliono far spegnare la luce sul genocidio in corso a Gaza e sull’ipocrisia del nostro Governo, come di molti altri governi europei e occidentali, pronto a tacciare gli attivisti e le attiviste della Global Sumud Flotilla di irresponsabilità, di disinteresse per i civili che sono nella striscia o di voler minare l’azione del Governo o i tentativi di pace, ma non così coraggioso nell’intraprendere azioni concrete per sanzionare il Governo israeliano e porre fine al massacro”.
Come Fp Cgil "ripudiamo fermamente ogni forma di violenza verbale o fisica e riaffermiamo il nostro impegno quotidiano per una società fondata sul rispetto, sul dialogo e sulla pace. Siamo vicino al lavoratore aggredito, così come a tutti i colleghi e le colleghe che ogni giorno, anche attraverso prese di posizione pubbliche e gesti simbolici, si schierano dalla parte della vita, della cura e del diritto”.
“La luce – conclude – che abbiamo acceso per Gaza davanti a decine di strutture sanitarie in tutta la regione non si spegne, non la faremo spegnere”