Le città vivono oggi le numerose contraddizioni di un modello di sviluppo, insediativo, ma anche socio-economico, che in contesti di qualsiasi dimensione ci obbliga a una lettura complessa di fenomeni spesso sovra-locali. Il grado di complessità è tale, che non risulta possibile dare una lettura unica, né un’unica soluzione ai problemi del "sistema-città".

Andando oltre gli approcci storicamente settoriali, incentivare un modello di sviluppo urbano rivolto alla sostenibilità, implica la necessità di affrontare più dimensioni, guardando non solo gli aspetti fisici, ma anche quelli spaziali e funzionali e le relazioni tra le varie componenti urbane. Nelle città assumono sempre più importanza il grado in cui riesce a coniugare sviluppo umano e tutela dell’ambiente, il livello di integrazione di diverse categorie sociali nel tessuto urbano, la velocità con cui circolano dati, informazioni e persone.

L’approccio quindi deve essere integrato e multilivello, perché a determinare lo sviluppo delle città, e contrastarne il possibile declino attraverso un accrescimento di resilienza, concorrono più fattori. Agire nella città già costruita con tale tipo di approccio è un’esigenza sulla quale convergono ormai tutti gli attori delle trasformazioni urbane. La pandemia ha evidenziato con forza la necessità di superare disuguaglianze e divari nelle tante “periferie” che la dispersione urbana ha creato in città e territori: accesso alle risorse, residenze, servizi, dotazioni urbane, infrastrutture fisiche, sociali e digitali. Le trasformazioni dovranno avvenire con sempre maggior decisione attraverso processi di rigenerazione, per dare nuovo senso e significato alle città, ricomporre le tante frammentazioni e promuovere nuove pratiche e sensibilità sociali, economiche e ambientali.

La necessità è riconosciuta anche a livello centrale, tanto che più disegni di legge sul tema sono attualmente in esame, con la possibilità di colmare il vuoto rappresentato dalla mancanza di una norma quadro in materia, che ha prodotto confusione e ambiguità, nelle varie normative che in qualche modo hanno affrontato il problema, sia a livello statale che regionale.La rigenerazione delle città, in un’ottica di sostenibilità, resilienza, inclusività, è uno degli ambiti prioritari su cui investire per garantire la ripresa, migliori condizioni di vita e di salute, occupazione stabile e di qualità. E in questo periodo vi sono ampie opportunità che possono prefigurarsi. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza molte missioni impattano sulle città e i territori, anche se le politiche sono frammentate in un gran numero di progetti differenti, senza una visione complessiva della città e senza una necessaria strategia.

Gli interventi di riqualificazione urbana in senso rigenerativo, devono avere, al contrario, un approccio integrato alla gestione del territorio, con la finalità di migliorare la qualità degli insediamenti e contestualmente il benessere sociale delle comunità. Possono rappresentare un potenziale motore e attivatore di attività innovative per lo sviluppo economico, mettendo a sistema interventi integrati (pubblico-privato), innovazione tecnologica, inclusione sociale, nuove opportunità di occupazione, nuove competenze e nuovi servizi.

Molti sono gli ambiti di intervento da considerare: riqualificazione e recupero degli edifici e delle aree degradate, sia negli aspetti fisici che nelle componenti funzionali, messa in sicurezza e efficienza energetica, utilizzo di tecnologie e materiali innovativi, uso delle fonti rinnovabili. Contestualmente si deve considerare la condizione di accessibilità e fruizione degli ambiti oggetto di intervento, quindi la pianificazione dei trasporti e il miglioramento della mobilità in chiave sostenibile. Dovrà essere garantito il perseguimento di finalità sociali (welfare urbano e edilizia residenziale pubblica e sociale) nonché ambientali, anche in risposta agli effetti del cambiamento climatico, legati al benessere e alla salute (infrastrutture verdi e blu, rinaturalizzazioni, qualificazione degli spazi aperti).

Un sistema integrato di interventi e servizi urbani può rendere l’infrastruttura sociale territoriale capace di rispondere e prevenire le necessità dei nuclei familiari in condizione di bisogno (sanitario, educativo, assistenziale, abitativo), favorendo l’inclusione locale e lo sviluppo di attività innovative, anche al fine di favorire l’invecchiamento attivo.

Le città necessitano inoltre di una riprogettazione in chiave tecnologica e di produzione intelligente, con l’uso di nuove tecnologie e soluzioni innovative, migliorando, attraverso la gestione di dati, l’efficienza in vari settori (trasporti pubblici e mobilità, gestione e distribuzione dell’energia, gestione e monitoraggio ambientale, gestione dei rifiuti, manutenzione e ottimizzazione degli edifici pubblici, sistemi di comunicazione e informazione….), diffondendo la cultura digitale, in ottica di smart city.

Ragionare su interventi che non riguardano il singolo edificio ma la scala di quartiere, implica quindi mettere in campo nuove strategie che indichino chiaramente priorità, tempi, modi e strumenti attuativi, al fine di supportare i processi di rigenerazione urbana, affrontando i fenomeni che incidono sulla fruizione della città: il cambiamento delle funzioni tradizionali, le modificazioni demografiche, economiche e sociali della popolazione, una progressiva fluidificazione delle relazioni, la transizione digitale e quella ambientale. Questi rappresentano le principali sfide da affrontare per le città del futuro.

Laura Mariani è responsabile Politiche abitative e per lo sviluppo urbano Cgil

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