È stato un confronto a tutto campo tra lavoratori e sindacalisti, quello che è andato in scena oggi (22 giugno) al centro congressi Frentani, nell'iniziativa della Filcams Cgil dal titolo "Inclusione e condizioni di lavoro nel mondo del terziario", che si inserisce nelle Giornate del lavoro delle categorie e delle tutele individuali della Cgil, a cura della confederazione e di Futura. Le principali figure del mondo del commercio e del terziario, con le loro esperienze, hanno tracciato un quadro attuale del settore. Sul palco, a interloquire con loro e rispondere alle loro esigenze, c'erano la segretaria generale della Filcams, Maria Grazia Gabrielli, e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. L'incontro è stato moderato da Martina Toti di Collettiva. Tanti i temi emersi nel corso della giornata, che si possono rivedere nel video integrale: ecco i principali. 

Il lavoro stagionale
Per coloro che sono impiegati come stagionali, come i bagnini, l'esigenza principale è avere maggiori tutele. Allo stesso tempo devono sapere se per loro ci sarà lavoro, dopo la "stagione", e a quali condizioni. Così Maria Grazia Gabrielli: "Per questa categoria si impone il tema centrale degli ammortizzatori. Nella pandemia la copertura delle tutele si è declinata in modi diversi: per gli stagionali era molto legata alle indennità. C'è però un problema più antico che riguarda il comparto: la rivendicazione legittima di stabilire un sistema di tutela dopo il lavoro stagionale, che serve per non restare senza reddito e transitare verso altre attività lavorative. È quindi necessaria la riforma degli ammortizzatori sociali che la nostra organizzazione sta chiedendo: devono essere più inclusivi, devono legarsi al tema delle politiche attive per la ricerca di lavoro. Bisogna poi investire nella destagionalizzazione: chi vive del turismo deve avere altre opportunità oltre la durata della stagione".

"Chi lavorerebbe per 600 euro al mese?", si è chiesto il leader di Corso d'Italia Maurizio Landini, sottolineando la necessità di mettersi nei loro panni per capire davvero le condizioni dei lavoratori. "Questo è uno dei temi che va affrontato - ha detto -: chi ha uno stipendio con dei diritti è perché è riuscito ad ottenere un contratto attraverso la negoziazione. Dietro questa logica troviamo 120 miliardi di evasione fiscale, elusione contributiva che si traduce in problemi per le persone. Il lavoro deve essere quell'attività che ti permette di vivere dignitosamente: quando lavori e sei povero e sfruttato, allora significa che il modello sociale non funziona".

Il sistema degli appalti
"Negli ultimi vent'anni le modifiche legislative hanno favorito processi di trasformazione del lavoro, oggi abbiamo tante forme e alcune derive, possono nascere false cooperative - ha proseguito Landini -. Un problema che si pone è quindi cambiare le leggi. Nel frattempo è stata cancellata la logica del massimo ribasso nel decreto semplificazioni: così abbiamo segnato un punto molto importante. Ora questa deve diventare una norma che valga per tutti gli appalti, anche per i privati. Norma che, ricordiamo, è stata ottenuta grazie alla mobilitazione dei sindacati. Se si fa lo stesso lavoro bisogna applicare lo stesso contatto, non contratti diversi: adesso stiamo dicendo al governo che la regola deve estendersi anche ai privati". 

Il sistema degli appalti "si porta dietro una discussione difficile - così Gabrielli -, perché è in ballo una vera e propria rappresentazione di vita. C'è tema che si rivolge anche alla nostra organizzazione, chiamando in causa molti soggetti: per esempio il ruolo del committente nella scelta di esternalizzare quel tipo di servizio, rivolto ai cittadini del Paese e del territorio. Le mense scolastiche sono un servizio essenziale, perché parte importante dell'offerta formativa del bambino e dell'alunno. In altre parole, stiamo parlando di servizi fondamentali ma comprimibili: c'è quindi un problema del pubblico nella gestione dei bandi di gara".

Nel corso dell'incontro è stato proiettato un video per ricordare tutti i lavoratori del terziario, in prima linea contro il Covid, realizzato da Collettiva.


I contratti nazionali
Partendo dal contratto nazionale dei multiservizi, che non viene rinnovato da otto anni, il dialogo ha affrontato il nodo della negoziazione. Gabrielli ha affermato: "La lotta per i contratti non è facile, ma è necessaria. Il percorso che è stato avviato può portare oggi alla chiusura della vertenza multiservizi. Certo, quando si impiega tutto questo tempo per rinnovare un contratto, più tutti gli altri che ancora mancano, allora bisogna riflettere sul sistema delle relazioni industriali. E qui torniamo alla  proposta che la Cgil ha sempre fatto: una legge sulla rappresentanza con validità dei contratti erga omnes". Stesso discorso per i dipendenti delle farmacie: "Non rinnovare i contratti: è evidente cosa significhi per i loro salari". E ancora: "Il contratto nazionale è il vero elemento per valorizzare le professionalità".

Secondo Landini "il contratto dei multiservizi manca da otto anni, e non si può dire che c'è sempre stata la crisi. Molti di questi lavoratori, tra l'altro, sono stati in prima linea contro il Covid, si sono anche ammalati e ora vedono i contratti non rinnovati". Tornando al contesto generale, ha ribadito, "serve un nuovo Statuto dei lavoratori perché oggi molte forme di lavoro vengono messe in competizione tra loro: bisogna allora affermare che chi fa lo stesso lavoro deve avere gli stessi diritti". 

In piazza per il lavoro
Sabato 26 giugno la Cgil si mobilita con Cisl e Uil. Maurizio Landini ha ricordato le ragioni:  "Sabato chiediamo che venga prorogato il blocco dei licenziamenti, ma anche una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali. Riteniamo necessari investimenti per creare lavoro: negli appalti il governo e le imprese possono fare subito qualcosa di importante, ovvero una legge per ridare valore ai contratti nazionali firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative. Così la logica del massimo ribasso viene messa in discussione". I sindacati vogliono farsi ascoltare dal governo: "Se non dovesse farlo, sappia che non abbiamo intenzione di subire i cambiamenti, vogliamo partecipare alle trasformazioni, all'insegna della giustizia sociale. Se non otteniamo risposte - ha concluso - dopo sabato ci mobiliteremo ancora".