Vecchi, conservatori, parassiti, venduti, sciacalli. Il vocabolario edulcorato dei detrattori dei quattro referendum promossi dalla Cgil è una carrellata di insulti e luoghi comuni vomitati con la solita bava alla bocca.

Sui social, sui giornali, in parlamento: non fa differenza. Quando qualcuno prova non solo a dire, ma anche a fare qualcosa di sinistra in questo Paese, ecco le truppe slinguazzate a ricoprirti di melma.

Spernacchiati dai soliti soloni brizzolati della politica che dopo aver praticato tutto il kamasutra costituzionale ora puntano Bruxelles con la faccia come il cubo di Rubik a incastrare le caselle del loro mondo al contrario.

E noi illusi di poter sconfiggere la precarietà, di sognare un’occupazione più stabile e dignitosa, di lavorare senza rischiare di lasciarci le penne. Vecchi, conservatori, parassiti, venduti, sciacalli. Macché, orgogliosamente rivoluzionari.