Cinquant’anni fa moriva Aldo Capitini, colui che, nel 1961, inventò la marcia della Pace Perugia-Assisi. Un appuntamento di grande importanza, quello di domenica 7 ottobre, ancor più in un periodo, come questo, che vede crescere continuamente intolleranza, razzismo, ostilità verso il diverso. “È proprio così, Capitini pensava che la marcia potesse rappresentare un modo per unire le persone, per riscoprire un'idea complessiva e umana del convivere civile e lo faceva in tempi non sospetti”. Così Vincenzo Sgalla segretario generale della Cgil Umbria intervistato da RadioArticolo1 alla vigilia di un appuntamento ormai storico e che vedrà la partecipazione massiccia della Cgil.

“Sarà la prima occasione dopo l'avvento del governo giallo-verde e del ministro Salvini – ha aggiunto il sindacalista – per dimostrare che c'è un altro modo per stare insieme. Da questo punto di vista, l’arresto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è emblematico dei tempi di chiusura che oggi stiamo vivendo”.

 

Uno dei temi al centro della Perugia-Assisi è quello della povertà e della riduzione delle diseguaglianze. “Negli ultimi 10 anni – ha argomentato Sgalla – abbiamo vissuto un periodo lunghissimo di crisi che ha amplificato le diseguaglianze tra le persone. Per questo nel documento congressuale della Cgil abbiamo messo al centro il lavoro che per noi è il vero strumento di riequilibrio all’interno della società. E su questo, nelle discussioni congressuali, troviamo un grande consenso tra le lavoratrici e i lavoratori che apprezzano anche le nostre proposte contenute nella Carta universale dei diritti del lavoro”.

Sono tanti gli anniversari che cadono nel 2018. Oltre alla morte di Capitini, siamo a 100 anni dalla fine della prima guerra mondiale, a 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali e sono anche i 70 anni della nostra Costituzione: anniversari importanti che in qualche modo sono collegati l'uno all'altro e, insieme, ai valori che da sempre ispirano la marcia per la pace. “È vero, e vorrei anche ricordare come Capitini abbia subìto personalmente gli effetti della dittatura fascista – ha ricordato il segretario della Cgil umbra –. Come fiero oppositore al regime fu emarginato durante il periodo del ventennio fascista. Ecco, queste ferite sono ancora aperte e non del tutto rimarginate. Quella filosofia fascista è ancora purtroppo presente in parte della società e va contrastata senza infingimenti, senza mascherarla. Combattere il fascismo inteso come prevaricazione credo che sia uno degli obiettivi fondamentali anche di domenica prossima”.