La Cgil della Capitanata esprime forte preoccupazione circa le ricadute economiche e sociali connesse al prezzo del grano duro in provincia di Foggia che è in caduta libera. “A fronte di una media di 30 euro per quintale contrattato alla borsa merci nel 2015, un prezzo già in calo rispetto all’anno precedente, si è giunti a giugno a valori attorno ai 20 euro per la qualità extra mentre quella mercantile si attesta attorno ai 18-19 euro” spiega il segretario Daniele Calamita.

A fronte dei 300 mila ettari destinati a grano in provincia di Foggia e di una produzione attorno ai 35 quintali per ettaro, “la perdita complessiva che si può stimare nel bilancio economico provinciale si attesta sui 100 milioni di euro, con le ripercussioni maggiori sulle aree del Sub-Appennino. A dire degli agricoltori, con un prezzo inferiore ai 30 euro per quintale non si rientra nemmeno dei costi di produzione, e a pagare dazio sarà sicuramente anche il lavoro”. Il tutto è determinato, aggiunge Calamita, dall’ingresso “di grandi quantità di grano estero e da attività propriamente speculative. Crediamo sia necessaria un’attenzione e un intervento delle istituzioni, a partire dal ministero dell’Agricoltura, con la definizione in tempi stretti del piano cerealicolo nazionale. Allo stesso tempo urge un intervento delle istituzioni locali, della Regione e del mondo delle imprese che dovrebbe iniziare a fare sistema e lavorare su una seria programmazione delle produzioni”.