Sedici anni di attività alle spalle, con più di 300 corsi organizzati, oltre 4.000 ore di aula e circa 6.000 partecipanti. Sono i numeri della Flai, a proposito di formazione di delegati, quadri e dirigenti sindacali, oggetto della nuova puntata di Quadrato rosso. La formazione va in rete, la trasmissione di RadioArticolo1, e di Conoscenza&organizzazione, la rubrica di Rassegna Sindacale.

La Fondazione Metes, nata nel 2004, si occupa di formazione e ricerca per conto della categoria dell’agroindustria della Cgil, seguendo due filoni in particolare, donne e giovani. Il direttore dell’istituto, Claudia Cesarini, spiega: “Cerchiamo di essere uno strumento utile per la Flai, e crediamo che la formazione debba essere integrata, organica e di supporto all’azione sindacale. Il 35% degli attuali dirigenti Flai proviene dai nostri corsi; possiamo dire, dunque, di aver contribuito in larga parte al rinnovamento della categoria. E i percorsi formativi da noi individuati, hanno anticipato i filoni attorno ai quali si è sviluppata la Conferenza di organizzazione dell’autunno 2015”.

Giusi Angeloni, già delegata alla Buitoni, è stata da poco eletta segretaria della Flai di Arezzo. “Attraverso la formazione – osserva –, abbiamo valorizzato soprattutto giovani e donne. È lo stesso percorso che ho fatto io, otto anni fa. In qualità di delegata Rsu, ti mancano molte informazioni e Metes con i suoi corsi mi ha dato degli elementi in più. Quella formazione mi è stata utile per affrontare altre tematiche nell'maibot del mio lavoro. L’esaltazione delle differenze è da sempre una delle caratteristiche peculiari dei processi formativi della Flai”.

“Il primo dei corsi che offriamo ai delegati si chiama la ‘Cassetta degli attrezzi’ – sottolinea Cesarini –, ed è diventato un nostro cavallo di battaglia, dove forniamo gli elementi di base per diventare sindacalista. S’impara a leggere una busta paga, a convincere un lavoratore a iscriversi al sindacato, ad affrontare una trattativa: tuttora è uno dei nostri corsi più richiesti. È una tipologia formativa mirata sulle tecniche di comunicazione, anche per fare tesseramento e proselitismo, nonchè organizzare la campagna per le elezioni Rsu. La nostra attenzione alle donne è iniziata nel 2007, quando abbiamo ‘mappato’ la presenza femminile nel mondo del lavoro agroalimentare. Successivamente, abbiamo avviato il percorso donne, per accompagnarne il percorso di crescita: con il corso del 2009 abbiamo aperto la strada, cui sono seguite i corsi del 2011 e del 2012. L’iter ha avuto grande successo, tanto che oggi abbiamo una presenza considerevole di dirigenti donne all’interno della categoria”.   

La Flai non intende fermarsi qui. “Nel 2017 organizzeremo due corsi di formazione mirati a giovani e donne – rivela la neosegretaria generale Ivana Galli –, una ripetizione di quelli organizzati due anni fa. È una formazione utile per il ringiovanimento dei gruppi dirigenti e per far entrare figure nuove nelle segreterie provinciali, regionali e nazionali. Puntiamo a ripetere l’esperienza vincente del 2014, e poi obbligheremo tutte le nostre strutture a partecipare ad almeno due corsi all’anno, su contrattazione, dinamiche negoziali, la storia del sindacato, perché il tema dell’identità è un elemento importante per noi, il collante che serve dal lato motivazionale per svolgere questa attività. Abbiamo realizzato il 'Sindacato di strada', perché l’idea della prossimità è il modo per raggiungere luoghi che altrimenti, come sindacato, non potremmo mai raggiungere, per far uscire dall’invisibilità e dal silenzio tanti lavoratori dell’intera filiera, e per battere il caporalato che li sfrutta. Con la nostra campagna nazionale ‘Tende rosse’ ci stiamo riuscendo, superando le numerose diffidenze iniziali di quei lavoratori”.

Aggiunge Giancarlo Pelucchi, responsabile nazionale della formazione Cgil: “Molte categorie hanno già attuato un percorso formativo per i propri iscritti. E questo è un po’ il frutto di un lavoro iniziato con la Conferenza d’organizzazione 2015. Molte strutture, poi - è il caso della Flai -, hanno messo a punto da anni un grosso lavoro di formazione, senza troppo clamore e spesso neanche troppo riconosciuto. I processi formativi non sono quasi mai marginali, e in molti territori e in molte categorie la formazione è l’organizzazione stessa, che insegna, apprende e forma i lavoratori”.