Oggi, presso la sede della Cgil nazionale si svolge la presentazione del libro “25 anni insieme. Storia, identità e organizzazione dell’Auser”, scritto da Maria Paola Del Rossi, ricercatrice della Fondazione Di Vittorio. Partecipano il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, Carla Cantone, segretario generale dello Spi Cgil, Enzo Costa, presidente nazionale Auser, Adolfo Pepe, direttore scientifico Fondazione Di Vittorio e Francesco Maggio, economista e giornalista. Su twitter l’hashtag è #auser25. Diretta audio e video su RadioArticolo1. Quella che segue è la prefazione del presidente nazionale dell'associazione

"Un sindacato che è abituato con gli strumenti della contrattazione, dell'iniziativa legislativa anche, a conquistare nuovi diritti sociali per tutti i lavoratori che rappresenta ha bisogno sempre più in questa fase di trasformazione profonda della società italiana di avere anche dei momenti di sperimentazione concreta, di un attività associata, che realizzi – non solo rivendichi – una solidarietà tra diversi, che pratichi una solidarietà intorno all'esercizio dei diritti fondamentali. L'Auser rappresenta certamente una punta di lancia in questa direzione, perché è insieme un modo di recuperare alla vita attiva, alla vita di cittadinanza migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori anziani, di pensionati e pensionate. Ma anche un mezzo col quale fare incontrare questi soggetti con altri soggetti che vivono molto spesso di frustrazione e di difficoltà analoghe a quelle degli anziani per costruire insieme a loro delle esperienze di autogoverno, di formazione culturale, di svago, persino di attività collettive organizzate, come quelle volte al restauro di alcuni ambienti naturali; domani -perché no- di alcuni centri di cultura o di arte che hanno bisogno di essere asalvaguardati o ripristinati”.

Era il 18 maggio 1989 e chi pronunciava queste parole era Bruno Trentin, pochi giorni prima, il 5 maggio, Cgil e Spi davano vita all'Auser. Sono passati 25 anni da quei giorni e quelle parole sono diventate realtà, oggi l'Auser con i suoi 304.000 iscritti, 43.000 volontari, oltre 1.300 sedi distribuite in tutte le regioni del paese, rappresenta una delle più importanti e attive associazioni del Terzo Settore. Il “Terzo Settore”, o se si preferisce “l’economia sociale”, è stato protagonista di molti dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nel mondo della produzione e del lavoro, al punto dal concorrere a introdurre una visione insieme antica e nuova dell’economia politica chiamata “economia civile”, nella quale l’imprenditorialità privata, il mercato, lo Stato e il ruolo degli enti pubblici, nel contempo si ripensano e si orientano alla crescita di una società fatta di legami solidali, animata dalle esperienze di organizzazioni che promuovono gratuità, socialità e mutuo aiuto.

È stato definito “economia di nicchia”, “extraeconomia”, “un’altra economia”, spesso “un economia che interviene quando il primo settore e il secondo settore non vogliono, non possono o non sanno intervenire”. Il Terzo Settore sta spesso al limite tra Stato e mercato e in questa pesante fase di crisi emerge come un fenomeno sociale ed economico in espansione, in certi contesti arriva a diventare l’alternativa possibile ai due modelli. Nel passaggio da una logica universalistica dello Stato novecentesco verso l’apertura a una forma “quasi” privatistica che produce servizi, slegati dalla logica del profitto, gestiti direttamente dai cittadini nel territorio, luogo in cui vivono sia le persone che i bisogni, il Terzo Settore diventa una sfera socialmente rilevante in rapida e irreversibile espansione.

Un fenomeno che nasce dall’emersione di nuovi soggetti e istanze sociali e viene legittimato dalla crescita esponenziale dei bisogni. La figura centrale diventa “il volontario” che può essere considerata anche una evoluzione del “militante”, soggetto che ha caratterizzato la grande e lunga stagione dei “movimenti di massa e di protesta” che tanto hanno inciso nei cambiamenti della nostra società, con una differenza sostanziale: i grandi movimenti si muovevano su scala internazionale e affrontavano grandi temi, lo sviluppo del Terzo Settore parte dalla decisione di singoli cittadini, che si mettono insieme, e ha la sua grande spinta dal basso e solo facendo rete diventa movimento nazionale e finisce per affrontare temi di valore universale.

L'Auser è un’associazione di volontariato e di promozione sociale, dal 1995 riconosciuta come "ente nazionale con finalità assistenziali", e dal 2004 iscritta all'anagrafe unica nazionale delle Onlus, in questi 25 anni è cresciuta ed oggi è una realtà affermata del Terzo Settore, con una sua identità, riconosciuta e apprezzata, che lavora per affermare la promozione della dignità e della libertà delle persone e per la promozione del loro benessere, consapevole che una società che invecchia ha il dovere di mettere in campo politiche che la rendano coesa. La sua azione è centrata sul tema dell'invecchiamento attivo, dentro il concetto di "arco della vita", come orizzonte culturale da cui ripartire per impostare una diversa idea della vecchiaia è definire una nuova progettazione della società.

Queste sono le ragioni che ci hanno spinto ad avviare il lavoro di ricerca che trovate nel libro “25 anni insieme. Storia, identità e organizzazione dell’Auser”, di Maria Paola Del Rossi, un lavoro affidato a un soggetto terzo che sulla base di fonti documentali, interviste e ricerche di archivio ha ricostruito la storia dei nostri "primi" 25 anni, un lavoro prezioso e accurato che ha avuto bisogno di tempo, pazienza, intelligenza e professionalità. Un ringraziamento particolare va rivolto alla Fondazione Di Vittorio e al professor Adolfo Pepe per la disponibilità dimostrata e per la profonda considerazione rivolta alla nostra associazione.

Il risultato è una ricostruzione, contestualizzata in un periodo storico, ricca di particolari e di spunti su cui riflettere, arricchita da momenti di approfondimento di importanti attività che sono nate nel territorio e si sono nel tempo diffuse in tutto il contesto nazionale, diventando parte integrante dell’identità dell’intera associazione. La storia che emerge è quella di un’Auser che vive e si realizza nel territorio, che lavora per realizzare il benessere delle persone, in particolare anziane, facendolo con competenza e dentro un sistema associativo che, anno dopo anno, riesce a migliorare la propria struttura, ad espandersi e ad adeguare il proprio “saper fare” ai nuovi bisogni che la società esprime.

Una buona base per poter riprogrammare il nostro futuro, ma soprattutto un atto di rispetto dovuto a tutti i collaboratori e a tutte le donne e a tutti gli uomini che con il loro lavoro volontario, la loro passione, la loro voglia e capacità di fare hanno realizzato quello che oggi l'Auser rappresenta, a loro va il mio personale ringraziamento e a loro dedichiamo questa pubblicazione.