"Fino a qualche anno fa, le Marche potevano contare su una manifattura fiorente di piccole imprese, con presenze importanti nell'industria. Oggi, seppure i dati siano migliori rispetto a quelli della media italiana, anche il nostro territorio paga un prezzo molto alto alla crisi, con la disoccupazione salita dal 2,7% del 2007 all'attuale 10, e prospettive poco confortanti per quanto riguarda la ripresa dell'economia e del lavoro". Così Roberto Ghiselli, segretario generale della Cgil Marche, intervistato stamattina da 'Italia parla', la rubrica quotidiana di Radioarticolo1 (il podcast).

"Il lavoro è diventato sempre più precario – rispetto agli avviamenti al lavoro è il 92%, contro la media nazionale dell'85 –, con un'esplosione di lavoro a chiamata, partite Iva e voucher, mentre sono sparute le assunzioni a tempo indeterminato. In più, cresce a vista d'occhio il lavoro nero. In tale contesto – prosegue il dirigente sindacale –, il Jobs act rischia sicuramente di aggravare le condizione dei lavoratori. La cosa che più ci preoccupa è il non poter ridurre le fattispecie lavorative precarie e temiamo anche il superamento della cassa integrazione in deroga, strumento importantissimo da noi, sostituendolo con l'indennità di disoccupazione: il passaggio sarà negativo, perché non ci sarà una riforma vera degli ammortizzatori che estenda la cig a tutte le imprese, comprese le più piccole". 

"Altro elemento preoccupante – evidenzia Ghiselli –, gli oltre 20.000 licenziamenti avvenuti nel 2013. È un imbroglio, quindi, dire che l'articolo 18 impedisce agli imprenditori di liberarsi di personale, a fronte di un calo di attività; lo stanno facendo a livello collettivo, ma anche con licenziamenti a carattere individuale. La maggior parte dei licenziamenti deriva da ragioni economiche, mentre quelli per motivi disciplinari sono al di sotto del 2% e quelli discriminatori praticamente non esistono".

"E anche la legge di Stabilità peggiora la situazione – rileva Ghiselli –, con i tagli che le regioni torneranno a subire, per le Marche si parla di 200 milioni in meno. Perciò, chiediamo che il bilancio regionale includa interventi di politiche educative, sanità, trasporto pubblico locale, e a favore di anziani, famiglie colpite dalla crisi, nuove povertà, con investimenti che mettano in moto il lavoro nell'immediato, in particolare con i fondi comunitari. Questo è l'asse delle proposte che abbiamo fatto alla regione".

"Per non parlare – aggiunge il leader della Cgil Marche – dei tagli incredibili alle amministrazioni provinciali, rispetto a cui non c'è più nulla per garantire la manutenzione di strade e scuole, cosa veramente insostenibile, che mette a rischio tantissimi posti di lavoro, ma soprattutto servizi, come tutela del territorio, edilizia scolastica, ambiente, viabilità. Adesso si dice 'speriamo che non nevichi', perché non sappiamo come sgomberare le strade. 

"A proposito di vertenze, sulla Merloni abbiamo fatto un'iniziativa unitaria il 7 novembre, ponendo con forza al Governo, ma anche a parlamentari e amministratori locali, la situazione di questa azienda, che aveva più di 2.000 dipendenti e che con un'attività alternativa in fase di decollo avrebbe potuto recuperarne circa 700, ma che ora, per l'intervento della magistratura a fronte di ricorsi delle banche, è a rischio di saltare. Dobbiamo tutti lavorare per cercare in qualche modo di dare una prospettiva occupazionale a quei lavoratori, ma crediamo che il Governo abbia delle responsabilità dirette e non stia facendo tutto quello che deve fare per rimuovere i diversi intoppi che impediscono una positiva conclusione della vicenda".

"Sulla Fincantieri di Ancona – osserva l'esponente Cgil –, assieme a Fiom e Rsu di quel cantiere, qualche settimana fa abbiamo denunciato forme di caporalato negli appalti, nonchè fenomeni di estorsione nel reclutamento di lavoratori in ditte subappaltatrici. Sui fatti dovrà far luce la magistratura, gli elementi che abbiamo portato all'attenzione sono per noi fondati, e quindi è merito nostro se parte l'indagine. Non a caso, con la nostra campagna della legalità nelle Marche siamo arrivati proprio davanti alla Fincantieri per porre l'accento sul caso. È un tema importante, quello della legalità, anche in una regione come la nostra, dove certi fenomeni sono ancora del tutto marginali, ma che, per effetto della crisi, risultano in crescita e quindi la prevenzione deve essere decisa e adeguata". 

"Infine, per quanto riguarda lo sciopero generale del 12 dicembre – conclude Ghiselli –, abbiamo ottimi segnali che ci vengono dai luoghi di lavoro e crediamo che riuscirà. Qualcosa si sta muovendo, c'è più fiducia tra i lavoratori circa la possibilità che attraverso la mobilitazione si possa incidere su alcune scelte, in particolare si possa dare un segnale ben preciso che il lavoro ha una dignità, una sua voce, vuole essere considerato. Nel contempo, ci stiamo organizzando per gestire pezzi di contrattazione e di relazioni sociali nel territorio, in particolare nei confronti di enti locali, regione, associazioni d'impresa, per fare in modo che le scelte da fare siano orientate rispetto agli obiettivi che il sindacato propone. Anche per dimostrare che il coinvolgimento delle parti sociali è ancora importantissimo, malgrado il renzismo intenda negare il ruolo confederale al sindacato".