“Di fronte alle drammatiche notizie che giungono da Kiev è indispensabile che l'Europa tutta faccia sentire la sua voce perché finiscano gli episodi di violenza che stanno causando vittime e sofferenze nel Paese”. E' quanto si legge in una nota del segretariato Europa della Cgil Nazionale.

Le prime proteste, ricorda il sindacato, “c'erano state dopo che al vertice con l'Unione Europea a Vilnius, il presidente Viktor Yanukovich aveva ufficializzato il no al trattato di associazione, anticamera per l'adesione all'Unione Europea. Contemporaneamente venivano rafforzati i rapporti con Mosca, il rientro nell'orbita commerciale, economica e militare russa, l'acquisto da parte di Mosca di 15 miliardi di dollari di obbligazioni e forniture di gas a prezzi scontati. La protesta è ripresa in questi giorni con violenti scontri tra manifestanti e polizia dopo l'entrata in vigore di nuove leggi che prevedono forti restrizioni per i raduni e pene severe per i partecipanti a manifestazioni non autorizzate ed ha portato in piazza, domenica scorsa, centinaia di migliaia di persone”.

“Così - prosegue la nota -, tra aspirazioni europee e richiami al passato, si consumano i drammi di un Paese che può essere un ponte tra le due Europe dell'est e dell'ovest. L'Europa non può assistere impotente: è necessario mettere fine al bagno di sangue che può minacciare la stabilità di tutto il continente e occorre ristabilire le condizioni affinché il confronto sia riportato sul piano della contesa democratica e le libere espressioni di opinioni e di idee trovino gli spazi e le forme della democrazia”, conclude la Cgil.