Come preannunciato nella riunione del Cda del 28 giugno scorso, Telecom Italia ha dato corso alle procedure per la cessione di ramo dell’intera divisione It verso Ssc, società del gruppo che si occupa di informatica. “Questa operazione – dichiara in un comunicato Dino Oggiano, segretario della Slc Cgil di Roma e del Lazio – prevede l’uscita di oltre 1200 lavoratori dislocati in tutta Italia, ma con numeri particolarmente drammatici per il nostro territorio. La gravità di queste decisioni si inquadra perfettamente nello scenario preoccupante (e per certi versi schizofrenico) che interessa il futuro di Telecom Italia e dell’intero settore delle Tlc”.

Così prosegue Oggiano: “In un contesto in cui si è già registrata la rottura del tavolo per il rinnovo del contratto nazionale delle telecomunicazioni a causa dell’ostruzionismo della controparte datoriale, che non ha voluto seriamente confrontarsi su tematiche come il futuro dei call-center e la difesa del lavoro dalle politiche di delocalizzazione di questi anni, questa decisione di Telecom sull’informatica appare ancora più grave e pericolosa. Tutto questo avviene oltretutto nella totale assenza di un piano industriale credibile di Telecom Italia (e del tavolo relazionale che ne consegue). L’azienda sembra preferire una discussione per singoli pezzi che ricorda tanto una scellerata quanto sterile politica del ‘carciofo’, in cui le cessioni di ramo di oggi appaiono come un’appendice pericolosa di quello che a breve potrebbe accadere per i customer e le staff”.

In questa politica di cosiddette societarizzazioni (che, in realtà, nascondono il rischio dello spezzatino di Telecom) – prosegue il sindacalista – risulta evidente che il Lazio, per i suoi stessi numeri, risulterà essere la realtà territoriale più colpita. Ed è per queste stesse ragioni che la Slc Cgil di Roma e del Lazio, in linea con quanto stabilito dai livelli nazionali e ricercando la più ampia convergenza unitaria, intende giocare un ruolo da protagonista nell’opposizione a questi progetti, attivando tutte le iniziative sindacali, vertenziali e legali per tentare di bloccare questo progetto, perché, a nostro avviso, solo la difesa del perimetro aziendale può assicurare la vera difesa dei livelli occupazionali”.

Inoltre la Slc Cgil di Roma e Lazio si farà promotrice del più ampio coinvolgimento di tutti i soggetti politici e istituzionali del territorio, “affinché – conclude Oggiano – questa vertenza divenga parte del ben più ampio e drammatico scenario di crisi che colpisce la nostra regione. Ci permettiamo infatti di ricordare che per quello che ha rappresentato e rappresenta per questo territorio, Telecom ha il dovere di non dimenticare i propri doveri che vanno oltre le mere logiche aziendali e investono comportamenti che dovrebbero essere ispirati da un’elevata responsabilità sociale verso i propri dipendenti e il territorio che la ospita”.