"E' successo di tutto in questo terribile anno". Inizia così l'Annuario del Lavoro 2011, il volume che fa il punto sulle relazioni industriali a cura di Massimo Mascini (edizioni Il diario del lavoro, pp. 336, euro 50). Anche stavolta - come di consueto - la pubblicazione racconta e commenta gli eventi economici e sindacali italiani degli ultimi dodici mesi. La nuova edizione si avvale del contributo di quaranta esperti: giornalisti e docenti universitari, sociologi e giuslavoristi tutti alle prese con la "grande crisi" che ha colpito il nostro paese.

"La situazione economica è andata progressivamente peggiorando,
sotto i colpi della speculazione finanziaria fino quasi a sfiorare il default", scrive Mascini nella prefazione. Per fortuna "l'arrivo di Mario Monti ci ha salvato dal ridicolo", a suo avviso, e il presidente Napolitano è stato "saldo come una quercia a guidarci verso un porto sicuro". Da qui parte la lunga analisi dell'anno, dalle "picconate" della Fiat al sistema della contrattazione alla reazione delle parti sociali fino alla ritrovata unità di sindacati e imprese, che ha portato a firmare insieme l'accordo del 28 giugno. E' proprio questa la nota positiva della stagione: nell'Italia della recessione c'è un nuovo clima tra le parti, che hanno mostrato la tendenza a riavvicinarsi. Sono "tutti sintomi, per quanto leggeri, che non tutto è perduto, che il Paese può farcela".

Il volume entra poi nello specifico, dedicando
approfondimenti ai singoli scenari: gli avvenimenti, la contrattazione collettiva, la legislazione e gli attori delle relazioni industriali. Il capitolo dedicato alla Cgil è curato da Stefano Musso, professore di Storia del lavoro all'Università di Torino, che analizza un anno segnato dagli accordi separati di Pomigliano e Mirafiori arrivati nel 2010. "L'accordo di Mirafiori - scrive Musso - che ha previsto esplicitamente il passaggio dal sistema delle Rsu elette a quello delle Rsa nominate, ha reso esplicita l'intenzione, non emersa precedentemente, di escludere la Fiom dalla rappresentanza interna agli stabilimenti". Ma è stato anche l'anno dell'intesa unitaria: "L'accordo del 28 giugno viene salutato con soddisfazione perché apre la possibilità di mettere ordine nelle relazioni industriali e contribuire alla crescita di produttività e competitività, in un momento in cui la situazione sembrava ingestibile".

Seguono altri contributi interessanti, come quello
della giornalista Nunzia Penelope che si intitola "Fiom, tra sindacato e movimento". Viene riproposto l'annoso dilemma (Il sindacato può essere un movimento?) aggiornato alla luce degli ultimi anni: il vuoto lasciato dalla sinistra in Parlamento, le tute blu che attraggono nuovi soggetti con un linguaggio non solo sindacale. Nella seconda parte troviamo una serie di analisi, tra queste l'intervento dello studioso Luciano Pero (Cambia il lavoro in fabbrica) e le firme di Tiziano Treu e Bruno Ugolini. Un libro ormai fondamentale, dunque, che è diventato un appuntamento fisso per chi si occupa dei problemi del lavoro.