Sulle prime pagine dei quotidiani di oggi (mercoledì 23 settembre) dominano ancora le ripercussioni politiche del voto per Referendum e Regionali . Il Corriere della Sera apre con “Governo, il Pd chiede il rilancio. Zingaretti: noi primo partito ora le riforme e un piano per il Mes. Conte esclude il rimpasto”. La Repubblica e il Manifesto titolano invece sullo scontro interno al Movimento 5 stelle: “M5s, la resa dei conti”, la prima, “Stelle e strisce” il secondo. Per la Stampa “Conte sposta il governo a sinistra”, mentre il Messaggero disegna prospettive future sulle alleanze: “Il piano M5S: via dalla Raggi. L'offerta cinquestelle per i dem: Zingaretti vicepremier e candidato condiviso per Roma. In cambio la Lombardi avrebbe l'appoggio Pd per diventare il nuovo presidente del Lazio”. Il Fatto quotdiano punta poi sui flussi di voto: “L’alleanza  M5s-Pd l’han fatta gli elettori”, mentre per il Giornale, “Conte si piega al Pd e i grillini esplodono”. Apertura diversa per il Sole24Ore: “La Ue: aiuti del Recovery nella manovra”. 

Interviste 
Anche la maggior parte delle interviste pubblicate oggi analizzano il voto, cercando di tracciare possibili futuri scenari per l’assetto politico italiano. Arturo Celletti intervista Romano Prodi a pagina 3 di Avvenire. Il Professore si rivolge subito a Conte, al Pd e al Movimento 5 stelle con un messaggio: “C'è un Paese da cambiare, non va deluso”. E ancora: “Una pazzia non prendere i soldi del Mes. Conte deve avere forza perché - recita un detto calabrese - chi pecora si fa il lupo se la mangia”. E sul Recovery fund, “individuare subito le priorità e metterle in fila. Nel Pd e nel M5s ci sono anche valori unificanti, ma ora serve un salto di qualità. Serve un grande progetto di rinascita morale. Servono decisioni di respiro". A pagina 6 del Corriere, Goffredo Bettini invece risponde alle domande di Maria Teresa Meli sule Regionali: “In Liguria la partita era compromessa da tempo. Sansa ha combattuto bene. Ma davvero non è lì la sostanza del voto, che è stata piuttosto una grande affermazione del Pd e dei suoi candidati nelle regioni fondamentali: Toscana, Campania e Puglia”.

Concetto Vecchio per La Repubblica intervista il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli sulla sconfitta del centrosinistra nelle Marche. Alla domanda “Quanto ha inciso la crisi del modello Marche?”, la risposta è stata: “Tantissimo. Un tempo si entrava in fabbrica da Merloni e vi si rimaneva per tutta la vita. Spesso lavoravano il marito e moglie. Questa sicurezza è saltata per la globalizzazlone e le delocalizzazioni. Si sono persi redditi e prospettive in migliaia di famiglie. Dinanzi a questo cambio d'epoca il centrosinistra ha fornito risposte del tutto insufficienti”. Il Messaggero intervista poi il ministro della difesa Guerini a pagina 5: “ Il voto rappresenta un incoraggiamento per il governo a proseguire nel lavoro che sta facendo e una stabilizzazione del quadro politico. Credo, a questo punto, che arriveremo al 2023, alla fine della legislatura, così come scritto nel patto siglato l'anno scorso”. 

La Stampa si interessa invece degli effetti del sì al Referendum sull’assetto istituzionale, con un 'intervista al costituzionalista Gaetano Azzariti a pagina 10: “Tra breve entrerà in vigore la legge costituzionale, come era stata votata dal Parlamento e confermata dal corpo elettorale. Da qui dobbiamo ripartire. Ora saremo tutti messi alla prova”. Saranno indispensabili alcuni aggiustamenti: “Accantonato il problema dei numeri, si tratta adesso di far funzionare le Camere e dev'essere un impegno che coinvolge tutti”. Infine, a pagina 2 del Sole24Ore, spicca un’intervista al presidente dell’Abi Antonio Patuelli: “Serve un disegno centrale che ispiri Legge di Bilancio e Recovery Plan. Ora occorre decidere. Ci sono i presupposti per chiarire eventuali equivoci sul Meccanismo europeo di stabilità”.

Editoriali e commenti
Il bilancio del voto sulla prima del Corriere della sera è affidato a Luciano Fontana: “Si affermano personaggi nuovi - scrive -, i governatori, con una forza indiscutibile nelle loro Regioni; faticano o addirittura precipitano i due partiti (Lega e Cinque Stelle) vincitori delle elezioni di appena due anni fa; perdono rilievo alcune battaglie, come quella contro l'Europa, che avevano segnato l'ascesa vertiginosa delle formazioni populiste. Il risultato finale è un sospiro di sollievo tirato dall'attuale governo con la possibilità che Giuseppe Conte arrivi alla fine della legislatura grazie alla capacità di resistenza dimostrata dal centrosinistra e in particolare dal Pd di Nicola Zingaretti”.

Per il direttore della Stampa Massimo Giannini, si vive invece “una instabile continuità. O una stabile discontinuità”.  “Fosse vivo Aldo Moro – dice -, magari fotograferebbe con uno dei suoi famosi ossimori il risultato della combinata referendum-regionali. Il quadro politico si consolida: il governo di Giuseppe Conte si conferma precario ma ancor più necessario, e si blinda con ragionevole certezza fino alla scadenza naturale della legislatura del 2023. A dargli più solidità, ma a imporgli anche più discontinuità, è l'oggettivo rafforzamento di uno dei due pilastri sui quali poggia, cioè il Pd. Ma a destabilizzarlo, mentre per paradosso lo puntella, è l'implosione dell'altro pilastro, fino a ieri il più 'portante' e importante, cioè il Movimento Cinque Stelle”.

Su Domani il fondo è invece affidato alla politologa Nadia Urbinati. A proposito dei Movimento 5 stelle scrive: “Nato per stare oltre la destra e la sinistra, un patto organico con un alleato non rientra nel suo carattere, che è geneticamente antipartitico, ovvero aperto a tutte le opportunità. Ora, un Pd più forte può generare malumori nell'alleato indebolito. Nello stesso tempo, questa debolezza può agevolare la tenuta del governo perché i pentastellati sanno di non potersi permettere elezioni anticipate”. Sul Riformista a pagina 11, Giuliano Cazzola risponde invece a Gad Lerner, che ieri aveva scritto sul Fatto un commento sulla nuova vita da editorialista di Marco Bentivogli: “Gad Lerner ha scritto un articolo vergognoso sul piano umano, scorretto e disinformato (ciò è grave per un giornalista d'antan) su quella professionale”.

A pagina 2 del Sole24Ore, infine, Giorgio La Malfa lancia un appello a “non sprecare un'occasione storica e con ogni probabilità irripetibile”, a proposito del piano italiano di utilizzo del Next Generation Eu. Questa, per La Malfa, “è la vera questione davanti alla quale si troverà davanti il Governo italiano nei prossimi mesi. Da questo punto di vista la scelta essenziale riguarda sia i progetti da finanziare, sia l'individuazione di un meccanismo che ne assicuri la realizzazione in tempi certi”.

Sindacato, lavoro e welfare 
A pagina 32 della Repubblica si parla della crisi dell’acciaio a Taranto. Marco Patucchi scrive “Alta tensione alla ex Ilva Patuanelli chiama i sindacati”. “Il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli - si legge -, oggi incontrerà i sindacati per parlare della ex Ilva. I lavoratori da mesi chiedevano, invano, di confrontarsi con il governo sulla drammatica crisi del cuore d'acciaio del Paese”. E ancora: “Dovrà comunicare qualcosa di concreto perché le tensioni sociali delle ultime ore a Taranto (blocchi delle merci e del transito ai cancelli, sciopero proclamato per domani) e il sit in annunciato, sempre per domani, sotto Palazzo Chigi a Roma, sono soltanto sospesi”. Dello stesso incontro dà notizia il Secolo XIX a pagina 21: “L'azione di protesta era stata avviata ieri mattina presto, all'ora di pranzo i lavoratori sono stati ricevuti dal prefetto di Taranto e nel primo pomeriggio è arrivata la convocazione di Patuanelli. Di conseguenza l'autoconvocazione dei lavoratori davanti a Palazzo Chigi domani è stata annullata e lo sciopero messo in stand by”. Su Taranto, Mimmo Mazza della Gazzetta del Mezzogiorno, a pagina 9, scrive: “Al prefetto i sindacati metalmeccanici hanno rappresentato la situazione oramai divenuta drammatica e insostenibile e che vede coinvolti tutti i lavoratori di ArcelorMittal, IIva in amministrazione straordinaria e appalto, stanchi di subire continue procedure di cassa e mancanza di interventi ambientali”. 

Di reclutamento nella scuola si occupa invece Giovanni Rossi a pagina 20 della Nazione, in “Errori, fughe e sciopero. La scuola senza prof” . “La chiamata in servizio dei supplenti quest'anno si rivela particolarmente insidiosa – si legge - . Una vera caccia al laureato primo in graduatoria, previo controllo titoli in capo ai dirigenti scolastici, come se non bastassero trappole e strettoie disseminate dal Ministero”. A pagina 15 del Fatto si dà poi notizia della crisi della Yokohama di Ortona (Chieti): “A spasso tutti gli 84 lavoratori. Un mese e mezzo dopo nulla è cambiato, anzi risuonano campane a morto per le speranze residue delle maestranze”.

Il Tempo, a pagina 14, riporta invece le parole della ministra del Lavoro Nunzia Catalfo: “Sicuramente Ape sociale e Opzione donna sono temi che devono essere reinseriti nella prossima legge di bilancio, e sicuramente ci sarà anche un intervento sul tema part-time ciclico così come misure di staffetta generazionale o comunque di contratto di solidarietà espansivo che aiutano i giovani all'inserimento sul lavoro accompagnando all'uscita i lavoratori anziani”. L’edizione torinese della Stampa dà poi notizia della nascita del comitato scientifico degli Stati Generali del Lavoro, che si sono aperti ieri al Castello del Valentino a Torino e dureranno fino al 30 settembre. “Il governo deve inventare un'iniziativa per premiare chi non licenzia”, ha spiegato il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, durante la cerimonia di inaugurazione. Il governatore ha sottolineato che dal Recovery Plan il Piemonte potrebbe avere 8-10 miliardi, più 3 dalla programmazione europea.

In prima pagina sul Mattino, spazio agli incontri che il ministro per il Sud e la Coesione, Peppe Provenzano, ha avuto a Bruxelles con i commissari Ue Paolo Gentiloni agli Affari economici, Margrethe Vestager (Concorrenza, nonché vicepresidente della Commissione), Nicolas Schmit (Lavoro) ed Elisa Ferreira (Coesione). " L'Ue apprezza, in sostanza, la decisione del governo italiano di voler rendere strutturale. partire da prossimo anno, il taglio del 30% dei contributi previdenziali (che interessa una platea di 2,8 milioni di lavoratori meridionali) - si legge - riconoscendo nella programmazione decennale, lanciata da Provenzano a fine gennaio, lo scenario di riferimento più credibile per avviare il confronto". A Pagina 19 del Manifesto infine Vincenzo Vita analizza gli effetti dello Smart working sul lavoro giornalistico: “Recenti ricerche hanno sottolineato che il risparmio annuale per le aziende è di almeno 10.000 euro pro capite – scrive -. Tuttavia, un conto è scrivere un pezzo sul portatile (nei tempi eroici sulla lettera 22) e inviarlo alla redazione. Assai diverso è l'essere costretti all'atomizzazione forzosa, deprivando la produzione informativa del confronto collettivo. II lavoro giornalistico è contiguo forse, ma distante, dalla mera creatività individuale della scrittura”. 

Da evidenziare, infine, su Collettiva il report dell'Inail sugli infortuni sul lavoro, e le richieste della Rete sindacale per i diritti dei migranti alle istituzioni europee per il Nuovo patto europeo che dovrebbe essere presentato oggi, come annunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Oltre alla doppia intervista sul cambiamento climatico a Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil e a Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club.

Agenda
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.