Le ultime notizie da Bruxelles sul sito di Repubblica (Alberto D’Argenio): “E’ finalmente accordo sul Recovery Fund: i leader europei impegnati in duri negoziati da venerdì scorso, alle 5,32 del mattino, dopo l’ennesima notte di trattative, con gli occhi cerchiati dalla stanchezza approvano per acclamazione e applauso finale il testo di un vertice combattuto fino all’ultimo, che in più di un’occasione è arrivato a un passo dal fallimento e risolto sul filo di lana nell’ennesimo incontro sulle riforme tra Conte e Rutte, guidati da Merkel e Macron. Può dunque vedere la luce il piano straordinario da 750 miliardi per salvare i paesi più colpiti dal Covid dal tracollo finanziario. Soldi che saranno reperiti da Bruxelles tramite gli Eurobond. Un passo storico per l’Unione, che cambia le politiche economiche del continente al termine di un drammatico summit, che entrato nel quinto giorno di tratttative, supera per lunghezza il record di quattro giorni e quattro notti di colloqui del vertice di Nizza del 2000.  "Deal!",  scrive il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel su Twitter. E pochi minuti dopo dichiara: "Ce l'abbiamo fatta, l'Europa è forte ed unita".  "E' un ottimo accordo, e accordo giusto", ha commentato visibilmente soddisfatto. "Ed è un segno concreto che l'Europa è una forza in azione", ha aggiunto Michel. "Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l'autonomia delle istituzioni comunitarie", dice il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo. E aggiunge: "Il governo italiano è forte: la verità è che l'approvazione di questo piano rafforza l'azione del governo italiano. Ora avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l'Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre". E a domanda risponde: "La mia posizione non è  mai cambiata. Il Mes non è il nostro obiettivo. L'obiettivo è valutare il quadro di finanza pubblica e utilizzare tutti i piani che sono nell'interesse dell'Italia. Il piano che oggi approviamo ha assoluta priorità. Ci sono prestiti molto vantaggiosi". Sul Mes, però, le posizioni all’interno della maggioranza rimangono distanti. Ieri il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, è tornato a chiedere l’utilizzo anche delle risorse del “salva stati”. (Tommaso Ciriaco su Repubblica).In ogni caso voci di soddisfazione all’interno della maggioranza che sostiene il governo si sollevano da più parti. Sul Messaggero parla il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta che tra le altre cose spiega: “..Nel compromesso che si sta delineando la dotazione complessiva del fondo resta a 750 miliardi, ma la parte destinata ai contributi a fondo perduto si riduce, dai 500 iniziali. «In tutti I negoziati la parte quantitativa può essere modificata, è oggetto di tira e molla. Ma di fatto l'impianto dal quale si era partiti è confermato e questo è molto importante anche sul piano simbolico. Resta una forte componente a fondo perduto come era stato voluto all'inizio dalla Commissione. E stata una trattativa difficile, ma questo ce lo potevamo aspettare: alla fine anche i Paesi frugali, con tutta l'opposizione che hanno fatto e le concessioni che hanno ottenuto, devono prendere atto che non c'è alternativa a un nuovo modello di Europa. Quindi ora occorre insistere per arrivare ad una struttura politica diversa, basata più sulla Commissione, sul livello comunitario, e meno sul veti degli Stati membri È un processo ormai ineludibile”…

E vediamo i titoli di apertura dei quotidiani, che avendo chiuso nella notte sono inevitabilmente un passo indietro rispetto agli ultimi aggiornamenti. “Europa: 750 miliardi, prendere o lasciare”. Corriere della Sera: “Europa, c’è un testo per l’accordo”. All’Italia 209 miliardi, ma resta il nodo del veto dei singoli Paesi. L’apertura dei “frugali”. Il commento è affidato a Sabino Cassese: “Non solo soldi”. Repubblica: “A un passo dall’accordo”. Il commento di Andrea Bonanni è chiaro: “Merkel e Conte battono Rutte”. Un altro approfondimento interessante sulle pagine di Repubblica è quello di Anais Ginori: “Il sovranista Orban alla resa dei conti” (p. 5). Messaggero: “Più fondi, meno veti: c’è l’accordo”. Recovery Fund verso l’intesa nella notte: all’Italia 209 miliardi, cade l’unanimità per i controlli sulle riforme. Conte soddisfatto. “Ora niente Mes”, ma Pd e Italia Viva: “Prendilo”. La Stampa apre con il titolo: “Italia, 200 miliardi dal Fondo Ue”. Conte esulta: non serviranno i soldi del Mes. Intervista a Matteo Renzi: stiamo sconfiggendo i sovranisti. Il Fatto Quotidiano: “Conte porta a casa 36 miliardi in più”. Chiaro anche il messaggio della copertina del manifesto: “Affondo perduto”. Il Consiglio europeo più lungo della storia si conclude con un compromesso che può aiutare l’Europa a uscire dalla crisi causata dal Covid-19. I frugali incassano forti sconti e un controllo light ma danno il via libera al Recovery Fund per Italia e Spagna. Sul manifesto da segnalare due commenti. Quello di Marco Bascetta su “La democrazia azzoppata dal veto di una minoranza” e quello di Gaetano Azzariti sullo stato di emergenza: “Le misure urgenti e necessarie che già abbiamo” (dalla prima a pagina 15)

E intanto in Italia è di nuovo strage del lavoro: da maggio 25 morti. Nei cantieri si corre per recuperare i mesi del lockdown e sulle impalcature operai sempre più anziani.
Della nuova tragedia del lavoro avvenuta ieri ne parlano in molti oggi sui quotidiani. Su La Stampa Niccolò Carratelli ricostruisce gli ultimi due mesi. “A preoccupare è un dato positivo. L'ultimo fornito dall'Istat sulla produzione nel settore dell'edilizia. Dopo i tonfi registrati nel periodo del lockdown (marzo -36,4%, aprile -53,3%) l'indice ha fatto segnare un'impennata del 168% a maggio. (…) L’allarme sulle morti sul lavoro “trova conferma nei numeri della Cgil: più della metà degli operai morti nel 2020 si concentra negli ultimi due mesi, dal 9 maggio ad oggi sono 25 su un totale di 47. Di questi, 6 solo nell'ultima settimana. Va detto però che anche tra marzo e aprile, quindi in pieno lockdown, c'erano state 9 vittime. Il totale degli incidenti mortali in edilizia è comunque inevitabilmente di molto inferiore al dato registrato a luglio dello scorso anno. Ma - spiegano dalla Fillea Cgil - anche la forza lavoro impegnata si è drasticamente ridotta, perché molte aziende sono ancora ferme o addirittura hanno chiuso, mentre tradizionalmente in primavera e in estate parte la maggior parte dei cantieri. (…)per il segretario generale degli edili Cgil, Alessandro Genovesi, “è solo un ritorno alla drammatica normalità: appena hanno riaperto i cantieri sono ricominciati gli incidenti”.”C'è sempre più un problema di mancata formazione - spiega Genovesi - aggirata con contratti irregolari o inesistenti». E poi c'è un'età media sempre più alta, aumentata negli ultimi anni dopo la riforma Fornero sulle pensioni: «Notiamo che tra le vittime di infortuni ci sono spesso cinquantenni e sessantenni costretti a gestire carichi di lavoro maggiori con tempi di esecuzione più rapidi». Nei prossimi mesi potrebbe andare peggio, considerando che a settembre scatterà la corsa al super bonus del 110% per le ristrutturazioni all'insegna del risparmio energetico e dell'adeguamento antisismico. Assisteremo ad una moltiplicazione di piccoli cantieri, gestiti da micro ditte, quelle dove più spesso vengono scoperti operai in nero, senza tutele e senza formazione. Secondo dati del ministero del Lavoro sono 400 mila gli irregolari nell'edilizia, i190%è occupato nel settore privato. E, nonostante l'impegno preso dai partiti di maggioranza, la Cgil denuncia che nel decreto Rilancio non è stato previsto per le aziende l'obbligo di presentazione del Durc di congruità, un documento di regolarità contributiva, per accedere all'incentivo. Un certificato che permette di capire il numero di dipendenti impegnati nel cantiere e la quantità minima di ore di lavoro, rendendo più difficile il ricorso a operai senza contratto. Senza questo vincolo, il committente che richiederà il bonus, magari senza saperlo, potrebbe trovarseli in casa.

Sempre su La Stampa il commento del sociologo e storico Marco Revelli, che conclude così il suo articolo: “Mancano gli ispettori, le procedure di verifica adeguate alle nuove condizioni, la cultura del controllo, come se evocarne la necessità fosse una sorta di lesa maestà nei confronti delle imprese. Ispettori veri, non gente che nei pochi casi in cui interviene si fa un punto d'onore nel trovare l'inadempienza a ogni costo, ma funzionari acculturati capaci di verificare le concrete condizioni di rischio e di premiare, all'opposto, le buone pratiche d'impresa. Quando una parlamentare ha suggerito l'opportunità di reclutare qualche migliaio di ispettori del lavoro e di formarli adeguatamente ha ricevuto una violenta ondata di corrucciate ripulse. E' un pessimo segnale, d'incultura imprenditoriale e di arretratezza civile, nel momento in cui incorrerebbe invece un vero colpo d'ala nel comune sentire del mondo produttivo”.

Alcuni titoli dagli altri quotidiani. Sul Corriere della Sera scrive Valeria Costantini (p.20). Sull’Avvenire Alessia Guerrieri (p.12). Sul Manifesto Massimo Franchi: “Il lavoro torna ad uccidere, tre morti solo ieri, sette in una settimana” (p.6). Sul Secolo XIX Grazia Longo e Edoardo Izzo scrivono della “tragedia a Vado: operaio muore schiacciato da una lastra nell’ex centrale Tirreno Power”. (p.10). Su Repubblica scrive Flaminia Savelli (p.17): “La strage sul lavoro continua anche d’estate: tre morti in un giorno. Sul Fatto Quotidiano Vincenzo Bisbiglia a pagina 15: “Nell’ultima settimana le morti bianche sono state 6: la sicurezza nei cantieri è ancora in lockdown”.

Iniziative Cgil: giovedì l’assemblea dei riders con Landini
Si terrà dopodomani, giovedì 23 luglio alle ore 16.30 (in diretta su www.collettiva.it) l’assemblea nazionale ‘No Easy Riders 2’ promossa dalla Cgil. Interverranno ciclofattorini da tutta Italia e si confronteranno con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. All’assemblea è stata invitata anche la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo. Riparte così la campagna per la tutela dei lavoratori del Food Delivery che durante il lockdown hanno continuato a sfrecciare per le strade deserte consegnando cibo e beni di prima necessità. Per il sindacato di corso d'Italia e per le categorie di riferimento (Nidil, Filt e Filcams) sarà l’occasione per rilanciare le proposte indispensabili a riconoscere diritti e tutele a questa categoria di lavoratori, a partire dall’estensione delle condizioni normative e salariali dei lavoratori dipendenti.

La notizia la troviamo oggi anche sul manifesto (p.6 ) : “Giovedì 23 luglio alle 16.30, in diretta su www.collettiva.it, si terrà l'assemblea 'No Easy Riders”' promossa dalla Cgil. Interverranno ciclofattorini da tutta Italia e si confronteranno con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. All'assemblea è stata invitata la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo. La Cgil intende così rilanciare le sue proposte per riconoscere diritti e tutele ai rider, a partire dal diritto alla disconnessione e l'abolizione dei sistemi di ranking reputazionali, il riconoscimento dei rappresentanti sindacali e di quelli per la sicurezza, il diritto all'assemblea sindacale retribuita, percorsi di stabilizzazione che portino i rider a ottenere contratti di lavoro subordinato

Collettiva lancia l’Osservatorio internazionale del lavoro di Futura
Covid-19: Cgil, ecco come il virus sta cambiando il mondo del lavoro. I risultati di una ricerca dell’Osservatorio Internazionale del lavoro sugli effetti della crisi. L’osservatorio internazionale del Lavoro Futura (Società editrice di Collettiva.it, la nuova piattaforma digitale della Cgil) ha commissionato un’analisi relativa al mondo del lavoro a livello italiano e internazionale, a fronte dell’emergenza sanitaria Covid-19. L’analisi è stata condotta prima e durante la recente emergenza. In estrema sintesi La fotografia che emerge dallo studio dell’Osservatorio internazionale è quella di lavoratori e cittadini più tecnologici, ma anche molto più insicuri e preoccupati per il futuro prossimo venturo. Dall’analisi che affronta le questioni economiche e finanziarie generali (crollo del Pil, curve degli investimenti) e quelle più strettamente legate alle trasformazioni del lavoro nell’epoca del Covid-19, emergono le tendenze principali, ma anche le ansie e le paure per quello che potrà succedere nei prossimi mesi. Lo studio è diviso in due parti: una economica, l’altra dedicata al mondo del lavoro che cambia:  Sempre su Collettiva.it una breve video scheda riassuntiva della ricerca

A commento dei dati del rapporto una intervista a Gianna Fracassi, vicesegretaria generale Cgil: “L'errore più grande sarebbe quello di riproporre la via della precarietà. L’economia della cura sarà fondamentale. Per economia della cura intendo l’implementazione di tutti quei settori che sono collegati alla cura delle persone e aggiungo del territorio e dell’ambiente, con una filiera anche industriale molto importante”. L'intervista integrale della vicesegretaria generale della Cgil

Aiuta chi ci aiuta”. Prosegue la campagna di Cgil, Cisl, Uil
La sottoscrizione lanciata da Cgil, Cisl, Uil, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e sostenere i reparti di terapia intensiva ha raggiunto oggi la somma complessiva di 1 milione e 900 mila euro che sono già stati devoluti alla protezione civile. È quanto sottolineano in una nota i Segretari organizzativi di Cgil, Cisl, Uil, Nino Baseotto, Giorgio Graziani, Pierpaolo Bombardieri. “Siamo molto soddisfatti. È un risultato molto importante che testimonia la solidarietà concreta da parte di tanti lavoratori e pensionati italiani. Abbiamo raccolto in queste ultime settimane  900 mila euro che si aggiungono al milione di euro già versato alla Protezione Civile. Ma la nostra sottoscrizione proseguirà ancora per sostenere il lavoro di tanti medici ed operatori sanitari impegnati  nella lotta contro il Coronavirus“.I versamenti vanno fatti sul conto corrente bancario – Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 50 I 01030 03201 000006666670 con causale: Aiuta chi ci aiuta.

Agenda degli appuntamenti
Per un quadro completo degli appuntamenti della Cgil nazionale e della Cgil nei vari territori vedi l’agenda sempre aggiornata di Collettiva.it: