Tema unico oggi (lunedì 12 ottobre) per le prime pagine dei principali quotidiani nazionali: il Covid-19. “La quarantena si riduce a 10 giorni. Un solo tampone negativo per uscire. Mascherine se si passeggia, non se si va in bici o di corsa” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica mette assieme pandemia e interventi per il mondo del lavoro: “L’onda del Covid abbatte 10 milioni di posti. I dati sul crollo dell’occupazione. Piano del governo da 17 miliardi per rilanciarla con sgravi per i giovani e per il Sud”.

“Vaccino, prime dosi a Natale” titola il Messaggero, la Stampa apre con un’intervista (“Una trincea per difendere gli anziani”) al presidente dell’Istituto superiore di sanità Brusaferro, il Giornale lancia “Virus burocrazia. Ecco cosa succede a chi si trova positivo: un’odissea tra medici e centralini”. Su Libero si legge “In Italia si moriva a 82 anni. Con il Corona si crepa a 80”, mentre sul Fatto Quotidiano “Corsa al vaccino Covid: regalo Ue a Big Pharma”. Unica apertura differente è quella del Sole 24 Ore: “Contante addio in tre mosse, contro l’evasione spinta al cashless”.

Sulle prime pagine trovano spazio anche il dibattito interno ai 5 stelle (Corriere della Sera), il futuro del Quirinale alla luce del taglio dei parlamentari e l’inchiesta sul governatore della Lombardia Fontana (Repubblica), gli interventi economici del governo in favore delle aziende (Messaggero), la cancellazione dei decreti sicurezza (Giornale e Libero), il ruolo dei suprematisti bianchi nel voto presidenziale degli Stati Uniti (Fatto Quotidiano), i controlli via web nel caso dello smart working (Sole 24 Ore).

Le interviste
“La possibilità di rinascita del Paese è fortemente legata a una maggiore e più qualificata partecipazione delle donne al mercato del lavoro”, dice la vicedirettrice della Banca d'Italia Alessandra Perrazzelli a Repubblica, precisando che ciò potrà avvenire solo se ci saranno “adeguate scelte economiche”. Perrazzelli nota che il tasso di attività delle donne in Italia è ancora inferiore di 12 punti alla media europea: “Una minore partecipazione legata a tanti fattori, ma il primo resta una ripartizione dei ruoli fra i generi - donne a casa, uomini al lavoro - più marcata che altrove”. Occorre allora “mettere in atto una combinazione di politiche: servono incentivi a sostegno della domanda di lavoro e azioni di sostegno all'offerta, anche attraverso l'aumento di attività pubbliche di cura. E vanno rivisti quegli incentivi che hanno avuto effetto opposto riguardo all'aumento della partecipazione femminile al lavoro”, come “le detrazioni per il coniuge a carico, che sono estremamente sfavorevoli alla ricollocazione lavorativa delle donne”.

Da leggere è anche l’intervista sul Fatto Quotidiano al climatologo all'Università di Lovanio Jean-Pascal van Ypersele. “Dobbiamo abbandonare i combustibili fossili il più rapidamente possibile”, spiega l’ex vice presidente dell'Ipcc, il panel Onu che studia i cambiamenti climatici: “Gli investimenti su di essi sarebbe meglio indirizzarli su altro, come efficienza energetica e rinnovabili. Qualsiasi governo che non abbia un piano esplicito per portarli a zero nei prossimi 25 anni, non rispetta lo spirito e gli impegni dell'accordo di Parigi”. Il climatologo rileva, infine, che ogni volta che bruciamo un chilo di carbonio, inviamo 3,7 chili di Co2 nell'atmosfera. Questo ispessisce lo strato di isolamento termico intorno al pianeta e lentamente iniziamo a soffocare sotto quella coperta: la temperatura aumenta, il calore non sfugge”.

Gli editoriali
“Se crescesse l'uguaglianza di genere, aumenterebbe il Pil. Secondo la Banca d'Italia, se l'occupazione femminile arrivasse al 60 per cento aumenterebbe il Pil di 7 punti percentuali. E, aggiungo io, diminuirebbero le disuguaglianze”. A dirlo è Linda Laura Sabbadini su Repubblica, chiedendo che le risorse del Recovery fund siano all’insegna dell'uguaglianza di genere. Per l’editorialista serve “un piano straordinario per lo sviluppo delle infrastrutture sociali, nidi di qualità fino al 60 per cento, tempo pieno, welfare di prossimità per anziani, disabili, persone con problemi mentali, sviluppo delle strutture sanitarie territoriali”. Serve, conclude Sabbadini, “liberare tempo per le donne e rendere possibile lo sviluppo di un'occupazione femminile più estesa e qualificata, per colmare un ritardo enorme”.

Non si può uscire dalla crisi dimenticando il Sud, questo il monito lanciato dal presidente Svimez Adriano Giannola dalle pagine del Riformista. “Occorre definire un chiaro progetto-sistema che riesca a dotare il Paese di un indispensabile ‘secondo motore’: il Sud nel Mediterraneo”, spiega l’economista, precisando che “potrebbe essere - grazie all'Unione Europea - immediatamente praticabile senza intaccare di un euro le beneficiarie della spesa storica”, proprio perché è quello che la Ue “chiede per soddisfare le condizionalità di ridurre le divergenze, promuovere la coesione all'insegna di investimenti smart e green”. Per il presidente Svimez, quindi, “insistere a voler riprendere la rotta del viaggio interrotto dal blocco, senza mettere in moto il 40 per cento del territorio e il 34 per cento dei cittadini, è una autolesionistica fantasia fuori dalla storia”.

La Cgil
“Le pensioni che vogliamo”: questo il titolo dell’approfondimento sulla previdenza proposto oggi in apertura da Collettiva. Dopo anni di tagli e di continuo innalzamento dell'età pensionabile, ora governo e sindacati preparano il superamento della legge Fornero. Quali sono gli obiettivi? Ci sarà una pensione anche per i giovani? Ne parlano il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli e il docente di Politica economica all’università La Sapienza di Roma Michele Raitano. L'approfondimento comprende anche una ricognizione di tutti i temi in discussione in vista della ripresa del negoziato sulla riforma previdenziale (prevista per mercoledì 14 ottobre) e un focus specifico su “quota 100” a opera di Ezio Cigna, responsabile Previdenza pubblica della Cgil nazionale.

“Ascoltavamo ministri che dicevano di voler cacciare e non accogliere i migranti, mentre ora si ragiona di un sistema sanitario universale che riguarda tutti, anche chi viene da fuori”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini nel corso del dibattito “Sanità, pubblica e per tutti” che si è tenuto sabato 10 a Roma, che ha visto la partecipazione anche del ministro della Salute Roberto Speranza, di cui Collettiva propone un ampio resoconto. Landini ha prima ricordato come investire sulla salute significa anche “investire sul lavoro, perché se il lavoro fa rimanere poveri non va bene. E dunque già dalla legge di stabilità ci aspettiamo stanziamenti adeguati per i rinnovi dei contratti pubblici”, poi ha concluso affermando che “se vogliamo una sanità universale non possiamo avere 21 sistemi regionali diversi”.

Del contratto dei lavoratori della sanità pubblica parla, in un video apparso su Collettiva, la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino. “Vogliamo un rinnovo che abbia come missione fondamentale la valorizzazione degli incarichi e la costruzione di un diverso sistema di classificazione”, spiega la dirigente sindacale: “Serve poi un nuovo piano straordinario di reclutamento, con l'obiettivo di migliorare i servizi ai cittadini e allo stesso tempo alleggerire i carichi di lavoro per gli operatori”. Ma lo strumento del rinnovo non può andare da solo: "Va incrociato con un grande piano di investimenti in sanità, capitalizzando al massimo le risorse europee di cui l'Italia dispone. Bisogna valorizzare la medicina del territorio e riorganizzare la rete ospedaliera. Ma, soprattutto, è necessario aumentare l'attività di ricerca scientifica e di assistenza alle cure”.

Sempre in tema di sanità, va segnalata la video-intervista (visibile in Collettiva) alla segretaria confederale Cgil Rossana Dettori. “Nella drammatica emergenza di fronte alla quale ci ha posto il Covid, il servizio sanitario ha dimostrato di riuscire a reggere. Però ha messo in evidenza anche la fragilità del nostro sistema, fragilità dovuta in gran parte ai tagli a cui è stato sottoposto il servizio negli ultimi 20 anni”, argomenta la dirigente sindacale, rilevando come la pandemia abbia “reso evidente quanto il personale sia elemento essenziale del servizio sanitario, ma anche quanto sia difficile gestire il servizio stesso in carenza cronica di organico”.

Sempre su Collettiva, infine, vanno segnalati l’intervista al responsabile per la Cgil nazionale della Sanità Stefano Cecconi, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale; il commento della segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David alla mobilitazione dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto; le dichiarazioni di alcuni esponenti territoriali della Flai Cgil allo sciopero di quattro ore della categoria di venerdì 9 ottobre.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.it