Occupano le colonne dei giornali la crisi di governo che sembra avvitarsi su se stessa avvolta in un gioco al rialzo pericoloso, e due dati strettamente legati l’uno all’altro anche se non letti così: gli oltre 300mila di posti di lavoro di donne persi e 300 mila nati in meno rispetto ai decessi nei primi 10 mesi del 2020. Da questi numeri, se si volesse affrontarli, potrebbero discendere buona parte dei capitoli del Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza

 

Prime pagine

Per Avvenire è “Crisi senza luce”, senza specificare quale ma il titolo dell’editoriale di spalla sembra suggerire a cosa si riferisce: “Sul lavoro è già strage rosa”. E anche il Sole 24 ore apre l’edizione di oggi sull’emergenza occupazione: “Autonomi, donne, giovani: la pandemia ha cancellato 444mila posti di lavoro”. Taglio politico quella del Corriere della sera: “La battaglia finale di Conte” e il sommario recita: “Si tenta l’accordo ma Italia Viva chiede il Mes e dicasteri di peso. Tensione tra Pd e 5Stelle”. Analoga apertura per La Repubblica “Conte-Renzi, una sfida all’ultimo respiro”, così come per Il Messaggero: “Cone ter, l’ultima trattativa. Anche il Fatto Quotidiano sceglie la politica: “Renzi: via Bonafede per Boschi e Rosato”. Grande foto notizie campeggia in taglio alto de il Manifesto: “Giochi da tavolo” esplicativo il sommario “Il tavolo del programma gira a vuoto. E la trattativa parallela sui ministri non decolla. Renzi alza il tiro, Conte concede poche modifiche. Oggi Fico riferirà a Mattarella, che non vuole perdere tempo. Senza intesa, l’ipotesi di un governo politico sarà accantonata”. Diversa l’angolazione de La Stampa: “Ogni ora 50 persone perdono il lavoro” e il sommario: “Nel 2020 sono andati in fumo 444mila posti. Gravissimo calo a fine anno. Le donne pagano il prezzo più anto”.

Le interviste

Due le conversazioni, diverse per argomento e toni, da leggere, apparentemente lontane ma parlano del futuro da costruire. La prima la pubblica La Repubblica a pag.10, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen risponde ad Alberto D’Argenio su vaccini e pandemia. Ma parla, anche, della possibilità del vecchio continente di costruire le possibilità per la rinascita: “In politica ci sono sempre alti e bassi, ma l’importante in una campagna di immunizzazione è centrare il risultato finale. Siamo appena all’inizio di una maratona e mi sento di confermare l’obbiettivo di arrivare a vaccinare il 70% della popolazione adulta di Europa entro l’estate. Ad un mese dall’avvio dell’inoculazione abbiamo consegnato 18 milioni di dosi. Posso dire che a febbraio ne arriveranno altre 33 milioni e a marzo 55. Nel secondo trimestre saranno ancora di più, 300 milioni dalle tre aziende già autorizzate dall’Ema”. La presidente si sofferma sugli accordi commerciali con le tre aziende soprattutto con AstraZeneca: “Spetta all’azienda organizzare le sue consegne. Noi ci aspettiamo che rispetti gli obblighi contrattuali, che recuperi le dosi tagliate nel primo trimestre. Per noi sono importanti febbraio e marzo perché poi dal secondo trimestre le consegne saliranno enormemente. Abbiamo due mesi per riuscirci. Con il nuovo meccanismo per l’autorizzazione all’export le aziende devono dirci cosa hanno portato fuori dall’Unione”. Infine, rispondendo ad una domanda sulla crisi politica italiana, Von der Leyen rispode: “Mi aspetto che gli stati membri ratifichino in tempo il Recovery perché è nel loro interesse farlo in modo che la Commissione possa andare sui mercati a raccogliere i soldi. Sui piani nazionali, invece, apprezzo che i governi lavorino intensamente con noi per farsi trovare pronti. Se ci saranno difficoltà lo vedremo alla fine”.

Mario Monti, sul Corriere della sera, risponde alle domande di Federico Fubini analizzando la difficoltà delle forze politiche di trovare un punto di accordo sulle cose da fare e il rispuntare l’ipotesi di un governo istituzionale: “L’idea rispunta spesso ma è molto raro venga attuata” e aggiunge: “Auguro al presidente Fico di riuscire a guidare la formulazione di un programma sul quale i partiti della maggioranza uscente si ritrovino. E, dimenticavo, che sia abbastanza preciso, non fonte di nuovi litigi tra un mese. Ma se Fico riuscirà in questa impresa molti si chiederanno: perché non viene messo lui alla prova, di formare e guidare il nuovo governo?” Fubini chiede all’ex presidente del consiglio se la classe politica è pronta ad affrontare le riforme necessarie al Nex Generation Eu, Monti non ne sembra sicuro: “Le riforme oggi necessarie toccheranno forti e consolidati interessi corporativi. Non è tanto probabile che un Paese che non cresce, ma che annega nella liquidità, senta l’urgenza delle riforme e che i politici siano pronti a pagarne il conto in termini di consenso”.

Di politiche attive e strategie per creare occupazione parla l’ex ministro del lavoro e portavoce dell’Asvis Enrico Giovannini a pag 3 de La Stampa sollecitato da Alessandro Barbera: “Imprese sfiduciate, ma tra pochi mesi si potrà ripartire. Come per la salute, il Governo deve gestire l’emergenza lavoro: ora una banca dati dei disoccupati”.

Da segnalare ancora sulla crisi politica le conversazioni con Massimo Cacciari su Italia Oggi, Michele Ainis su Il Dubbio, Arturo Parisi su Il Riformista, Maristella Gelmini su Avvenire. Mentre di esteri parla Piero Fassino su La Stampa e il collaboratore della leader del Myanmar U Win Htein a pag. 15 del Corriere della Sera. Infine a pag. 5 de il Manifesto, il segretario della Fiom del Piemonte Giorgio Airaudo sostiene che bisogna “Trattare con Tavares o sarà come Marchionne”.

 Editoriali e Commenti

“Il momento è tragico, afferma Linda Laura Sabbadini a pag. 9 de La Repubblica, dobbiamo trasformarlo in magico per a riscossa delle donne, la reazione politica, la reazione del Paese. Dei 101mila occupati in meno in un mese, dicembre, quasi tutte sono donne. Quasi tutte lavoratrici indipendenti, nel 60% dei casi giovani sotto i 35 anni, che perdono il posto e soprattutto vedono ridotte le opportunità di entrata. I dati parlano chiaro, la pandemia ha provocato un crollo di occupazione che ha investito uomini e donne. Ma donne molto di più. Non è un caso. Questa è una crisi atipica. Ha colpito in particolare il settore dei servizi………. È la crisi della cura, non nasce da quella petrolifera, né da quella finanziaria, ma dall’incapacità dei governi di dare risposte ai bisogni di cura non solo sanitaria. Dall’incapacità di comprendere che le infrastrutture sociali sono vitali per l’intero Paese e la cura degli altri non può essere delegata solo alle donne. La cura è parte del benessere collettivo, si curano le relazioni, familiari e non, si curano le persone da un punto di vista sanitario, si cura il pianeta, si cura la democrazia. Se la cura non diventerà obiettivo di azione del nostro Paese, si faranno strada la disperazione, la disgregazione sociale, nonché il rischio di soluzioni autoritarie”……….. “Quindi, bisogna spostare miliardi sulle infrastrutture sociali, 7 almeno per i nidi, 4 almeno per il welfare di prossimità. Non basta…..”.

Sulla crisi raccontata dai numeri diffusi ieri dall’Istat torna la sociologa Chiara Saraceno a pag. 21 de La Stampa: “……Una devastante crisi occupazionale che non farà che peggiorare quando, dopo l’ennesimo prolungamento verrà tolto il blocco dei licenziamenti, senza che si sia ancora iniziato a pensare come fare per aiutare queste centinaia di migliaia di lavoratori ad attrezzarsi per cogliere le opportunità di lavoro che ci sono in alcuni settori e che si prevede nasceranno dall’attuazione del Pnrr nel campo dell’economia digitale, verde, nel settore sanitario. Si evoca l’assistenzialismo ma non si fa nulla per sostenere le capacità delle persone e perché chi ha responsabilità di cura familiare non si trovi costretta ad abbandonare il lavoro per mancanza di servizi…..In compenso sembra che sul tappeto ci sia il destino del Reddito di cittadinanza……..L’errore di fondo del RdC, parzialmente corretto successivamente, è stata la caratterizzazione come politica attiva del lavoro e non, come avrebbe dovuto essere, prioritariamente come sostegno al reddito……. Il RdC quindi, non va eliminato. Va migliorato per rispondere meglio e più tempestivamente alle diverse esigenze di chi si trova in povertà”.

Di taglio assai diverso, ovviamente, lo scritto di Franco Bernabè e Marco Simoni su Il Sole 24 ore: “Recovery, il successo dipenderà da scuola, imprenditorialità e Pa. Al Paese serve un ambiente normativo che stimoli l’iniziativa individuale”. E per Guido Gentili, sullo stesso quotidiano: “Bonus e sussidi non bastano, servono riforme vere”. Adriana Cerretelli, sempre su Il Sole, guarda l’Italia dell’Europa e sostiene che “senza riforme non c’è posto nella governance europea post Covid.  Esserci o non esserci nell’Europa in Gestazione? Per l’Italia, nella scommessa del Recovery, c’è molto ma molto di più dei 209 miliardi tra prestiti e aiuti europei. C’è la chiave di ingresso e il suo posto in un’Unione che sta rapidamente cambiando pelle e ambizioni”.

Analisi e riflessione sui dati della disoccupazione su Collettiva.it: “Un forte campanello d’allarme” di Fulvio Fammoni.

Come è ovvio moltissime le riflessioni sulla crisi di Governo. Tra questi Massimo Franco sul Corriere della sera: “Tra continuità ed esigenza di inaugurare una nuova fase”; Aldo Cazzullo sempre sul quotidiano di Via Solferino: “Crisi di Governo, il senso da trovare”; di Stefano Folli su La Repubblica: “Un premier in gabbia” e sullo stesso giornale Carlo Galli: “La politica degli indifferenti”; Federico Geremicca su La Stampa: “I governi falliti sognando i migliori”.

Tornano sul lavoro: Mario Ajello su Il messaggero: “Imprese e lavoratori, stessa voglia di cambiare”; e Dario Di Vico sul Corriere della sera: “I servizi colpiti dal virus. Ma l’industria è in ripresa”.

Economia lavoro e sindacato

I numeri dell’emergenza lavoro raccontata dall’Istat e la presa di posizione di Tania Scacchetti, segretaria nazionale della Cgil nel pezzo di Simona CiaramitaroCrolla l’occupazione, rischio bomba sociale” su Collettiva.it

Ne scrivono, tra gli altri, Pogliotti e Tucci su Il Sole 24 ore, Rosaria Amato su La Repubblica, Gabriele De Stefano su La Stampa.
Molte le vertenze raccontate dai giornali questa mattina. L’apertura di Collettiva.it, curata da Davide Colella, torna su Alitalia con un’intervista al segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito: “Alitalia, chi pilota la crisi?” e su Conquiste del Lavoro Cecilia Augella scive: “L’ anno zero del trasporto aereo”. A pag. 18 della Gazzetta di Mantova si torna sul salvataggio della casa di moda Corneliani, scrive Monica Viviani: “Serve un milione per sbloccare i 22 attesi dal Mise e dalla vendita della collezione. I sindacati tornano all’attacco e fanno pressing sui soci: Mettano mano a portafogli senza condizioni”.

Infine una vertenza che finisce bene: “A quasi sei anni dal crac della Columbus, il presidio sanitario di Roma Nord viene acquistato dalla Fondazione Policlinico Gemelli per 5 milioni e 400mila euro. Salvi 660 dipendenti per avendo rinunciato all’ammontare delle loro ferie secondo l’accordo. Sollievo da parte della Direzione generale del Gemelli ma anche dei sindacati Cgil, Cisl e Uil”. Lo scrive Marco Elefanti nella cronaca romana del Corriere della sera.

L’Agenda degli appuntamenti

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