Il “coprifuoco” per covid in Lombardia è la notizia scelta da quasi tutti i quotidiani per le prime pagine di oggi (20 ottobre). Il Corriere della Sera apre con: “Lombardia, coprifuoco dalle 23. La richiesta dei sindaci e di Fontana, l'ok di Speranza. Stop ai centri commerciali nel weekend”. Stesso titolo per la Repubblica (“Coprifuoco in Lombardia. La richiesta di Fontana: divieto di uscire dalle 23 alle 5, centri commerciali chiusi nel weekend. Il ministro Speranza: giusto farlo. Nella Regione si temono 600 persone in terapia intensiva entro fine mese”) e per La Stampa (“Coprifuoco, comincia la Lombardia. La Regione: stop allo shopping il sabato e la domenica, tutti in casa dalle 21 alle 5. L'ok di Speranza. Crisanti: restrizioni per salvare scuola e lavoro"). Il Fatto quotidiano apre invece con “Lombardia flop. Costretta a chiudere”; il Messaggero con “Movida, la stretta dei sindaci”. Il Manifesto sceglie una grande foto dei Navigli deserti e “Zona notte”. Solo il Sole24Ore punta sull’opinione non certo positiva di Confindustria sulla Legge di bilancio: “Bonomi: Italia lasciata in confusione. II presidente Confindustria a Verona: la manovra è emergenza, non ripartenza”.

Interviste
A pagina 5 del Sole è invece possibile leggere un intervista all’ex presidente di Confindustria Antonio D'Amato a firma d Nicoletta Picchio. Si legge: “Far ripartire il Mezzogiorno non è solo un'opportunità, è una necessità assoluta per l'intero paese. E l'unica strada solida è attrarre investimenti, creando condizioni competitive sul territorio. Il governo ha annunciato che nella legge di bilancio ci sarà una decontribuzione per le assunzioni e per il costo del lavoro: per funzionare deve essere un intervento strutturale, per dieci anni”. Sullo stesso quotidiano, ma a pagina 9, Ilaria Vesentini intervista il sindaco di Bologna Virginio Merola, che dice: “Oggi la vera difficoltà nel contenere i contagi è legata all'impossibilità delle Asl di tracciare dove sono concentrati i focolai e gli spostamenti delle persone. Possiamo transennare la città e sorvegliare le piazze, ma servono infermieri, personale e strutture sanitarie e rinunciare a priori a 36 miliardi del Mes, disponibili subito a tasso zero, non ha senso”.

Sempre sul Mes, Maria Teresa Meli del Corsera intervista Goffredo Bettini del Pd: “Il Mes rappresenta un vantaggio evidente. Sono risorse che vanno restituite a tassi più bassi di quelli che potremmo reperire da fonti diverse. Un risparmio di 300 milioni per 10 anni. Complessivamente 3 miliardi. Cifre importanti. Ma di questo si tratta. Campagne ideologiche che ingigantiscono strumentalmente la portata della decisione fanno solo male. Irrigidiscono le posizioni, invece di produrre una discussione nel merito e sulle cifre reali”. Sulla stessa questione, la Repubblica sceglie un taglio internazionale, sentendo Arancha González Laya, ministra degli esteri spagnola. Alessandro Oppes la intervista a pagina 13, e scrive: “Nessuno in Europa ha finora richiesto l'accesso ai fondi del Mes. La Spagna pensa dl utilizzarli? ‘Noi non rinunciamo a priori a utilizzare nessuno degli strumenti dell'arsenale comunitario. E li chiederemo nel momento in cui pensiamo possano essere utili. Non abbiamo utilizzato il Mes perché non pensiamo che in questo momento sia necessario dato che l'accesso ai finanziamenti sul mercato finanziano ora avviene a condizioni molto favorevoli. Però non escludiamo a priori la possibilità di utilizzare nessuno strumento’."

Dello stesso tema si occupa anche il Manifesto a pagina 3, con l’intervista alla sottosegretaria alla salute Sandra Zampa, a firma di Eleonora Martini: “Credo che dovremmo chiarire meglio, anche ascoltando esperti economico-finanziari, cosa comporterebbe accedere al Mes, ovviamente proiettandolo sull'indebitamento futuro, compresa la parte degli interessi. Ma credo che la sanità in Italia - a cominciare dalla ricerca - ne abbia moltissimo bisogno. La sanità pubblica, intendo”.

Editoriali e commenti
Sul Sole24Ore a Pagina 2 c’è un’analisi di Dino Pesole sulle riforme necessarie al rilancio economico. “La priorità resta il sostegno alla crescita – scrive - con interventi selettivi diretti alle categorie produttive. Lo impone del resto un contesto di finanza pubblica che ha già visto il deficit lievitare di 100 miliardi, per effetto delle misure varate da marzo ad agosto, con il debito che volerà verso il tetto record del 158% del Pil, a causa dell'incremento del deficit e della drastica contrazione della crescita stimata attorno al -9/10 per cento. Maggiore indebitamento cui vanno ad aggiungersi i 23 miliardi previsti dalla manovra 2021 appena varata ‘salvo intese’ dal Governo. Occorre grande prudenza ma anche una ferma determinazione”. Sempre sul Sole, ma a pagina 23, Giuseppe Bonomi scrive: “Temo che non abbiamo ancora la piena percezione degli effetti nefasti della pandemia. Il combinato disposto della caduta verticale del Pil per il 2020 (-10% per il Centro studi Confindustria), il suo impatto occupazionale e l'esplosione del debito pubblico (158% del Pil nelle ottimistiche previsioni del governo) tratteggia un quadro da dopoguerra”. E ancora: “Gli ultimi decenni dimostrano come gli shock tendano a ripetersi e ad assumere valenza globale. Occorre quindi certamente ragionare su come costruire resilienza rispetto ai futuri eventi negativi, ma senza trascurare l'importanza di provvedimenti che producano anche effetti positivi nel breve termine”.

Pagina 27 della Repubblica ospita invece un commento di Carlo Cottarelli sulla manovra finanziaria: “C'è il il rischio che la Legge di Bilancio, basata su un rimbalzo del Pil del 6 per cento per il 2021, rimbalzo che fino a un paio di settimane fa sembrava del tutto plausibile, possa oggi essere già obsoleta”, si legge. E ancora: “Dobbiamo solo sperare che le risorse che ci stanno arrivando da Bce e Unione Europea continuino a fluire senza sorprese nel prossimo decennio. E dobbiamo anche sperare che l'abbondanza di risorse europee non riduca l'incentivo a essere efficienti: è il rischio, richiamato di recente da Confindustria, di trasformarci in un Sussidistan”.

In prima pagina sulla Stampa appare poi l’analisi di Veronica De Romanis dal titolo “Le mezze verità sul debito”. “Conte ha spiegato che le risorse del Mes sono dei prestiti e, quindi, vanno a incrementare il debito pubblico - si legge -. E' certamente vero. Ma ciò vale anche per quelle del Sure, lo strumento europeo che il governo ha attivato per 27,5 miliardi a favore del mercato del lavoro e per quelle del Next Generation Eu, pari a circa 110 miliardi di euro (gli altri sono sussidi). Del resto, anche i 100 miliardi stanziati in questi mesi sono debito supplementare. In altre parole, il debito in più, che sia europeo o italiano, va sempre a aumentare lo stock esistente”.

Emma Bonino, a pagina 7 del Riformista, attacca invece il presidente del Consiglio Conte: “Sul Mes il premier non brilla certo per onestà. E quando paventa "l'effetto stigma" sposa la linea sovranista di Salvini: fenomenale. Incredibile. E incredibile che a rinunciare al Mes sia un Governo impegnato a gestire una nuova emergenza contagi e con ritardi evidenti proprio sul fronte sanitario”.

Sul Manifesto, a pagina 19, Massimo Villone ragiona poi su Sud e sviluppo. “Le false rappresentazioni e i luoghi comuni sul Sud, che sono alla base dell'autonomia differenziata – si legge -, tali rimangono anche in panni di accademia. Oggettivamente, si spara a chi vorrebbe assumere tra le priorità essenziali per i fondi Ue un favore per il Sud allo scopo di ridurre il divario territoriale. Al tempo stesso, si offre un assist al separatismo dell'autonomia differenziata. Alla fine, secessione dei ricchi e spacchettamento in repubblichette diventano cosa buona e giusta. E Boccia? Abbiamo già criticato la debolezza della sua proposta, e non ci ripetiamo. Quanto al nuovo regionalismo che predilige, tutto concertazione tra esecutivi e conferenze, è palesemente a rischio di letture strumentali e in malam partem”.

Lavoro, sindacato, welfare
Gianni Trovati a pagina 8 del Sole 24Ore si occupa di smart working nel pubblico impiego. “Per facilitare l'utilizzo più ampio possibile dell'attività a distanza – si legge -, le amministrazioni dovranno organizzare una rotazione, su base settimanale e plurisettimanale. Un occhio di riguardo andrà tenuto per i genitori di figli fino a 14 anni e per i lavoratori considerati ‘fragili’ peri rischi connessi alla pandemia. Ma è ovvio che una quota così ampia di smart Working, perdipiù a turno, dovrà riguardare nei fatti l'ampia maggioranza di chi non svolge attività in cui la presenza è indispensabile. In ogni caso, l'assenza per accertamenti obbligatori anti-Covid sarà equiparata alla presenza in servizio”. Rita Querzè a pagina 33 del Corriere della sera, invece, dà notizia di uno studio sugli effetti della pandemia sull’occupazione femminile: “Rispetto all'agosto 2019 il tasso di occupazione maschile ha perso 0,7 punti (è passato dal 68% al 67,3). Quello femminile invece ha già lasciato sul terreno 1,3 punti: dal 50,2% al 48,9. Per le donne è andata due volte peggio. E i prossimi mesi non promettono nulla di buono. Questo risultato è il combinato disposto di due fenomeni. Il primo: le donne lavorano nel macrosettore dei servizi, il più colpito dalla crisi: turismo, pubblici esercizi, fiere. Mentre l'industria sta resistendo meglio. E nelle fabbriche è maggiore la presenza degli uomini. Il secondo punto debole riguarda i contratti. Le donne hanno più spesso contratti a termine”.

Vittorio Spinelli su Avvenire (pagina 20) si occupa poi delle pensioni per gli invalidi totali: “L'Inps ha disposto il pagamento, sulla prossima rata di novembre (giorno 2), degli arretrati della nuova ‘maggiorazione sociale’ (cosiddetto ‘incremento al milione’) a favore degli invalidi civili totali, dei sordi, dei ciechi assoluti e dei pensionati per inabilità da lavoro – si legge -. Con questa provvidenza l'importo dell'assegno mensile aumenta da 285,66 euro a 651,51 euro per 13 mensilità, a partire dai 18 annidi età ma possedendo redditi non superiori a 8.496,63 euro l'anno (o a 14.447,42 per i coniugati)”. Il Messaggero a pagina 37 rilancia inoltre l’allarme di Confesercenti sulla ristorazione a Roma, dove sarebbero a rischio 70mila posti di lavoro: “Gli orari di locali e ristoranti chiusi alle 24, l'impossibilità di alzare le saracinesche prima delle 5 del mattino e, ancora, il consumo esclusivamente al tavolo di cibi e bevande a partire dalle 18, costituiscono l'ennesimo gancio ben assestato a un settore già in ginocchio”. A pagina 5 del Manifesto Roberto Ciccarelli si occupa invece di scuola: “Eliminare le ‘classi pollaio’; individuare spazi alternativi consoni per la didattica in presenza sdoppiando le classi e tutelando il tempo-scuola; raddoppiare il trasporto pubblico; evitare la didattica a distanza alternata sistematicamente con quella in presenza con il conseguente frazionamento delle lezioni; assumere subito più personale e docenti; stabilizzare quelli precari da più di tre anni; effettuare tamponi rapidi e continuativi per rilevare i contagi da Covid; istituire subito il medico scolastico. Poco o nulla di ciò che il movimento dei genitori, docenti e studenti di ‘Priorità alla scuola’ ha chiesto dall'aprile scorso è stato fatto dal governo negli ultimi otto mesi. Lo confermano le decisioni prese nell'ultimo Dpcm".

A pagina 7 di Avvenire, infine, si parla di difficoltà di accesso a internet in un periodo in cui lavoro e scuola si fanno a distanza: “Presentato ieri a Roma il dossier sugli effetti della pandemia nella vita domestica. Il 76% di chi ha un basso reddito è senza computer - scrive Giacomo Gambassi -. E il Covid allarga la forbice sociale. Il presidente Auditel: urgente colmare il divario. Nei mesi di blocco totale 24 milioni di italiani hanno scoperto le attività in Rete. Per 2,7 milioni la prima volta in smart working e per 3,6 milioni il debutto degli insegnamenti online”.

Da leggere su Collettiva, il servizio sui tre giorni di mobilitazione dei lavoratori addetti alle pulizie e alla sanificazione dei luoghi di lavoro, pubblici e privati, e il messaggio di Pagliaro, presidente dell'Inca, che oggi avrebbe dovuto celebrare con un evento i 75 anni dalla sua nascita.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.it