Sulle pensioni riparte il teatro delle dichiarazioni, in attesa che venga indicata la nuova data del confronto tra governo e sindacati (dopo la cancellazione dell’appuntamento del 25 settembre, causa quarantena del ministro Nunzia Catalfo). Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo al Festival dell’economia di Trento, ha confermato una notizia già nota: la fine di Quota 100 dal 2022. Matteo Salvini ha subito replicato stizzito: non permetteremo mai un ritorno alla legge Fornero. In realtà entrambi sanno di giocare sul terreno della propaganda perché come scrive oggi (27 settembre) su Repubblica Valentina Conte, l’esperimento di Quota 100 non è mai stato inteso come una riforma delle pensioni ed ha avuto sin dall’inizio una scadenza a tre anni, ovvero fine 2021.

Tra l’altro, come dimostra uno studio della Cgil, Quota 100 non ha avuto quel successo che la Lega si aspettava e molti meno lavoratori del previsto hanno scelto quella strada. Quota 100 – scrive Valentina Conte “non ha avuto però il successo che Lega-M5S si aspettavano visto che avanzeranno molti soldi: 6,8 miliardi sui 21 stanziati nel triennio, azzarda la Cgil nelle sue previsioni sin qui sempre precise. All'epoca Salvini e Di Maio spararono la cifra roboante di 1 milione di nuovi pensionati in cambio di 1 milione di posti per i giovani. Sappiamo com'è andata a finire: 202 mila domande accolte e occupazione giovanile in picchiata."

Bisognerebbe quindi andare finalmente oltre le dichiarazioni a effetto. E l’unico modo per farlo è costruire un nuovo schema per la previdenza del futuro. L’occasione è il tavolo che si è aperto con il governo. Le proposte del sindacato sono già sul tavolo (e ne parleremo nel dettaglio nei prossimi giorni).

La sintesi di quello che sta succedendo viene spiegata bene dal segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli in un post sul suo profilo Facebook. “Quota 100 non ha cancellato la legge Fornero... Se il Parlamento non interviene con una nuova legge dal 2022 tutto tornerà come prima. Il confronto in corso tra governo e sindacati ha l’obiettivo di una riforma della previdenza, basata sulla flessibilità e sul riconoscimento dei lavori gravosi, di cura, delle donne, dei precoci e di chi ha carriere deboli o discontinue. Sosterremo questo confronto con responsabilità e coerenza e, se necessario, con la mobilitazione della nostra gente”.