Sono 7 milioni e mezzo i poveri in Italia. A dirlo è l’Istat, precisando che sono 2.653.000 le famiglie che si trovano in condizioni di povertà relativa (11,1 per cento del totale dei nuclei) e 7.542.000 gli individui considerati poveri (12,8 dell’intera popolazione). Tra il 2006 e il 2007 segnali di miglioramento si osservano solo in Toscana (dove l’incidenza del fenomeno è scesa dal 6,8 per cento al 4). In generale, la povertà resta diffusa principalmente nel Mezzogiorno (in particolare in Sicilia), dove è quattro volte superiore al resto del paese. A soffrire maggiormente sono le famiglie con tre o più figli, soprattutto se minorenni. L’indigenza, poi, è fortemente associata a bassi livelli di istruzione, bassi profili professionali e all’esclusione del mercato del lavoro.

La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2007 è risultata pari a 986,35 euro (+1,6 per cento rispetto al 2006). La novità a livello nazionale, spiegano i ricercatori, è un peggioramento tra le tipologie che tradizionalmente presentano una bassa diffusione del fenomeno e tra le quali i livelli di povertà restano al di sotto o in prossimità della media nazionale: nuclei di tre componenti (l’incidenza è passata dal 10 per cento all’11,5 per cento), coppie con un figlio (dall’8,6 per cento al 10,6 per cento), famiglie con persona di riferimento di età compresa fra i 55 e i 64 anni (dal 7,5 per cento all’8,9 per cento). Un incremento dell’incidenza di povertà è stato osservato anche tra le famiglie con due o più anziani (da 15,3 per cento a 16,9 per cento) in coppia o membri aggregati.

Secondo l’Istituto di statistica, le famiglie “sicuramente non povere” costituiscono l’81 per cento del totale (si passa da valori prossimi al 90 per cento nel Nord e nel centro al 64,7 del Mezzogiorno): quelle “sicuramente povere” il 3,7 per cento, mentre i nuclei a rischio arrivano al 4,1 per cento (quota che nel Mezzogiorno sale al 6,4 per cento). In particolare, la regione con la più bassa incidenza di povertà è il Veneto (3,3 per cento); seguono la Toscana, la Lombardia e il Trentino Alto Adige, con valori inferiori al 6. Nelle resto del Nord e del Centro i valori oscillano dal 6,2 per cento dell'Emilia Romagna, al 6,3 delle Marche, al 9,5 della Liguria. Diverso il discorso nel Mezzogiorno, dove la povertà è molto più diffusa rispetto al resto del Paese, eccetto Abruzzo e Molise. A stare peggio sono Basilicata e la Sicilia, dove quasi una famiglia su tre, conclude l'Istat, vive in condizioni d'indigenza.