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Alla fine solo il 17% delle famiglie è uscito, grazie al bonus sociale, dalla povertà energetica nella quale si trovava. Lo sconto in bolletta non funziona e oltre la metà di chi ne avrebbe bisogno non lo riceve. A mostrare la realtà dei fatti, a dispetto delle dichiarazioni del governo, è l’Istat.
Che cos’è la povertà energetica?
Con “povertà energetica” si definisce la condizione di quelle famiglie che non riescono economicamente a sostenere i costi del riscaldamento e del raffrescamento della propria casa adeguato al clima. Allo stesso modo le famiglie in povertà energetica non possono utilizzare gli elettrodomestici di cui avrebbero bisogno.
“Il bonus sociale – spiega il Consorzio nazionale dei Caaf Cgil – è uno sconto applicato in modo automatico sulle bollette di elettricità, gas e acqua a beneficio di quei nuclei familiari che hanno un’attestazione Isee sottosoglia. Dal primo gennaio 2021, con l’introduzione del bonus automatico gestito da Arera e Inps, non è più necessario presentare domanda: il beneficio viene erogato automaticamente dall’Inps, sulla base dei dati Isee presenti in banca dati, ai nuclei familiari che ne hanno diritto”.
“Il Decreto Aiuti del 2022 – aggiunge il Caaf Cgil – ha incrementato la soglia Isee ricompresa nel bonus a partire dal primo aprile al 31 dicembre 2022 da 9.530 a 12.000 euro. Successivamente, nel 2023, per i primi mesi dell’anno, la soglia Isee è stata ulteriormente incrementata da 12.000 a 15.000 euro per poi ritornare a 9.530 euro. Questi provvedimenti hanno permesso rispettivamente a 3.5 milioni e 4.3 milioni di cittadini in disagio economico di usufruire del beneficio economico”.
Peccato che, spiega il Consorzio, “per gli anni 2024 e 2025 si è tornati al regime ordinario, vale a dire che le soglie Isee necessarie per il riconoscimento dello sconto in bolletta sono ritornate ai valori ante 2022”.
I dati Istat dimostrano il flop della misura
Dopo la marcia indietro con il ritorno alla soglia Isee ante 2022, oltre la metà delle famiglie in povertà energetica, spiega l’Istat, il 52,6% del totale, non ha ricevuto il bonus. Il 30% di chi ne beneficia non riesce comunque a uscire dalla sua condizione di difficoltà estrema e solo al 17% dei nuclei, meno di due famiglie su dieci, la misura ha permesso di uscire dall’indigenza, almeno sul fronte delle bollette. A ricevere il bonus oggi sono poco meno di tre milioni di famiglie, più o meno lo stesso numero del 2021, quando a riceverlo erano 2,5 milioni di nuclei, nonostante nel frattempo guerre e situazione internazionale abbiano fatto esplodere inflazione e, per un lungo periodo, costo del denaro.
Il governo Meloni, dopo aver alzato le soglie e aver permesso, per citare il dato del 2023, a 4,3 milioni di famiglie di rientrare nel beneficio, ha progressivamente riportato il valore Isee che ne dava diritto ai livelli pre-crisi, nonostante il prezzo dell’energia sia rimasto ben al di sopra di quei livelli. Il gas, tanto per citare un dato sottolineato dall’Istat, costa oggi il 25% in più di quanto costava nell’agosto del 2021.
Iviglia, Caaf Cgil: “Necessario tornare ad aumentare la soglia Isee per allargare il numero dei beneficiari”
“L’Isee al momento è l’unico strumento utile a determinare l’effettiva condizione economica del nucleo familiare – sottolinea Monica Iviglia, presidentessa del Consorzio nazionale dei Caaf Cgil –. È logico immaginare che incrementando le soglie Isee aumenterebbe in maniera proporzionale il numero di beneficiari dei bonus sociali. E visto l’aumento del costo del gas e dell’elettricità sarebbe auspicabile un incremento del beneficio economico previsto dal bonus stesso”.