Il 1° luglio chiude il centro semiresidenziale di Via Achille Papa, uno degli storici centri dell’Opera Sante De Sanctis nel I municipio. Non un incontro sindacale, nessuna riunione con il personale, nessuna spiegazione alle famiglie.

“Come organizzazioni sindacali, abbiamo appreso della chiusura leggendo il decreto pubblicato sul sito della Regione, i lavoratori hanno ricevuto una nota di trasferimento negli altri centri e alle famiglie degli utenti è arrivata una lettera di trasferimento presso il centro di Via Conte Verde o, in alternativa, la chiusura del progetto riabilitativo”. Così dichiarano Giulia Musto, Fp Cgil, Antonio Cuozzo, Cisl Fp, Domenico Frezza, Uil Fpl di Roma e Lazio. “Il Centro di via Achille Papa rappresenta un punto di integrazione per gli utenti all'interno del I municipio: non comprendiamo che si operino tali scelte senza confronto e senza tener conto delle ripercussioni sui percorsi riabilitativi posti in essere fino ad ora”.

“Fermo restando che l'amministrazione salvaguarda i livelli occupazionali, ridistribuendo i lavoratori negli altri centri, non ci sembrano queste le modalità con cui affrontare una questione delicata, che coinvolge gli operatori e tutto il lavoro fatto con l'utenza fino a questo momento, anche in connessione con il territorio. Si ha l’impressione che, piano piano, l'Opera, tradendo la propria mission, voglia dismettere il modello ‘semiresidenziale’ in favore della riabilitazione ambulatoriale che, però, oltre a non rispondere alle esigenze degli utenti con disabilità più gravi, che peggiorano all’aumento dell’età, avrebbe ricadute negative anche in termini occupazionali”, continuano i dirigenti sindacali.

“Su questo riteniamo necessario aprire un confronto complessivo e coinvolgendo la Regione Lazio, per evitare che per scelte amministrative, anche legate alle remunerazioni delle prestazioni, si dismettano realtà importanti e si compromettano i percorsi riabilitativi. Siamo vicini alle famiglie che stanno combattendo una difficile battaglia e al fianco degli operatori. Chiediamo che tutta questa operazione venga fatta con maggiore trasparenza e con garanzie più solide, nel rispetto dei diritti degli utenti e dei lavoratori”, concludono i rappresentanti di categoria di Cgil, Cisl e Uil.