Cassa integrazione straordinaria per 12 mesi e incentivi all’esodo volontario, con un importo economico a scalare rispetto l’anzianità di servizio. Concluso il periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali si farà una nuova ricognizione dello stato aziendale alla luce delle aggiornate condizioni di mercato.

Sono questi i termini principali dell’accordo quadro sottoscritto il 20 maggio da Filctem Cgil e Uiltec Uil Verona presso la sede della Direzione regionale lavoro a Venezia, a parziale risoluzione della vertenza di Vetrerie Riunite. L’azienda di Colognola ai Colli, leader mondiale nella produzione di oblò per elettrodomestici, è stata acquisita a fine 2023 dai fondi di investimento portoghesi Teak Capital e Tangor Capital.

Una trattativa complessa, partita tutta in salita il 13 febbraio scorso, a pochi giorni di distanza dall’annuncio della completa chiusura della vicina (e controllata del gruppo) Borromini, produttrice di stampi per vetro e plastiche (47 dipendenti), con la decisione della nuova proprietà del gruppo di spegnere uno dei due forni con conseguenti esuberi, solo successivamente quantificati in 49 unità su un organico di 300 diretti e 74 interinali.

L’indisponibilità a trattare sui termini dell’accordo da parte della controparte aziendale si è protratta a lungo ed è stata ammorbidita soltanto da una lunga serie di scioperi, fino alla “svolta” di maggio, quando l’azienda si è aperta alla possibilità di usare gli ammortizzatori sociali (come del resto era già accaduto alla Borromini).

Filctem: “Affermato il principio delle uscite volontarie”

“Abbiamo guadagnato un anno di tempo, affermato il principio delle uscite volontarie e tolto di mezzo qualsiasi riferimento a un numero predefinito di esuberi”, spiega il segretario Filctem Cgil Verona Gianni Morandini: “Questo lasso di tempo, al cui termine verrà svolta una nuova ricognizione e attivata, se necessario, un’altra procedura, servirà ai lavoratori che manifesteranno la volontà di non opporsi al licenziamento la possibilità di uscire con una incentivazione all’esodo e di trovare una nuova collocazione.

Coloro che resteranno, invece, potranno verificare se l’azienda metterà in atto i primi investimenti promessi. Perché rimane, comunque, una fondamentale incognita di mercato. “Ci chiediamo infatti – conclude Morandini – quale sarà la reale situazione di mercato tra 12 mesi, visto che la concorrenza estera si sta facendo sempre più agguerrita, con costi di produzione più competitivi rispetto a quelli italiani”.