Un incontro giudicato “insoddisfacente” e “deludente”. È questo il bilancio che Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil tracciano del tavolo di ieri al ministero delle Imprese e del made in Italy con il Fondo Pag e le istituzioni, sulla vertenza della Nerviano medical sciences, il centro d’eccellenza italiano per la ricerca oncologica preclinica.
I sindacati denunciano un confronto ridotto a conti e ritorni economici, senza considerazione per la missione scientifica del sito: “Un approccio inaccettabile per chi opera nella ricerca oncologica”.
La difesa del sito e della ricerca
Trattare lo sviluppo di farmaci antitumorali con le stesse logiche di qualsiasi altra attività industriale è, secondo i sindacati, “un grave errore”. “Ci vogliono anni per portare a termine un percorso di ricerca – spiegano – e non è compatibile con i tempi rapidi di profitto richiesti dal Fondo”.
Per questo è stata ribadita la richiesta al governo di dichiarare il sito di Nerviano di interesse nazionale e avviare un percorso che individui soggetti disposti a investire sul futuro del centro.
Una ricerca strategica per il Paese
Oltre al destino di centinaia di lavoratori, la vertenza solleva un nodo più ampio: la fragilità della ricerca in Italia. Nerviano è stato per decenni un punto di riferimento internazionale nello sviluppo di farmaci oncologici. Qui si sono formati scienziati che hanno contribuito a scoperte riconosciute in tutto il mondo.
Spegnere questa esperienza significa interrompere una filiera che va dalla ricerca di base alla sperimentazione clinica, rendendo il Paese ancora più dipendente da multinazionali estere. In un settore come l’oncologia, dove il tempo della ricerca coincide con la vita delle persone, la logica dei profitti immediati si traduce in un impoverimento che colpisce l’intera comunità nazionale.
Verso il 20 ottobre
Il piano di licenziamenti, che colpisce soprattutto ricercatrici donne, viene visto dal sindacato come il primo passo di un ridimensionamento più ampio: “Le quattro aziende del gruppo Nms sono interconnesse. A rischio non è solo una parte, ma l’intera filiera”.
Dopo il nulla di fatto di ieri, Filctem, Femca e Uiltec rilanciano una mobilitazione a tamburo battente. Nei prossimi giorni partiranno iniziative territoriali e nazionali, in attesa del nuovo confronto al Mimit fissato per il 20 ottobre. Quel giorno, certamente, a manifestare sotto il ministero ci saranno anche le lavoratrici e i lavoratori.