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Sono scesi in piazza in tantissimi questa mattina (17 novembre), e in diverse città italiane. Punti di adesione al 100% per lo sciopero di oggi alla Telecontact secondo la Slc Cgil, che dichiara: “Un successo enorme”. I lavoratori si sono ritrovati in presidio a Roma. Ma anche a Catanzaro, Caltanissetta, Ivrea, Aosta. Lo sciopero era stato proclamato contro la decisione della casa madre, Tim, di esternalizzare l’azienda cedendola a Dna, una Srl con un capitale sociale di appena 10mila euro, esiguità che insospettisce e preoccupa. Un'operazione societaria che i sindacati confederali giudicano "sconsiderata, fatta al solo scopo di liberarsi di 1591 occupati - l'80% donne - e alla quale si oppongono con forza”.
Dopo lo sciopero di oggi, da domani fino al 16 dicembre i dipendenti si asterranno dal lavoro tutti i giorni a fine turno: due ore per il personale full time; un’ora e 30 minuti per quello part time al 75%; un’ora per il part time al 50%.
Questa mattina presidi e iniziative si sono svolti nelle città interessate: a Roma gli addetti Telecontact sono 336, a cui si sono aggiunti i 303 provenienti da Napoli e i 30 che rischiano il posto a L’Aquila.
A Catanzaro sono 433, a Caltanissetta 336, a Ivrea 89, ad Aosta 30. In totale 1.591 lavoratori in balia di un futuro nebuloso. Poste Italiane Spa (il cui azionista di maggioranza è lo Stato, attraverso il ministero delle Finanze e Cassa depositi e prestiti) è l'azionista di riferimento di Tim. I sindacati chiedono dunque che renda maggiormente comprensibili le sue intenzioni rispetto alle prospettive del Gruppo Tim. "Le istituzioni battano un colpo - dichiarano - e chiariscano il disegno il cui tratteggio è iniziato con la cessione della rete e che a oggi non sembra ancora concluso".
























