Il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, ha proposto l'avvio di "verifiche artistiche" nelle fondazioni lirico-sinfoniche, per valutare le prestazioni di orchestre e cori, con l'obiettivo di migliorare la qualità e rafforzare la reputazione internazionale del sistema lirico italiano. 

 “Non si fanno da troppo tempo - ha dichiarato il sottosegretario – ci aiuteranno a capire a che livello si collocano le nostre orchestre e i nostri cori nel panorama operistico internazionale. Ne parleremo presto con i sovrintendenti”. I sindacati di categoria – Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials – hanno espresso stupore e preoccupazione per quelle che non hanno lesinato a definire “dichiarazioni imbarazzanti”.

"Il sottosegretario Mazzi forse si riferisce alle verifiche artistiche previste dal contratto – si legge nel comunicato unitario –  ma dovrebbe sapere che sono già adottate come procedure interne e ordinarie, gestite dalle direzioni artistiche e dalle sovrintendenze, in un'ottica di miglioramento continuo e nel rispetto dell’autonomia gestionale delle Fondazioni”.

Le organizzazioni sindacali pongono l’accento su quanto sia di per sé alta la professionalità demandata agli orchestrali, e tuttavia, purtroppo, non adeguatamente retribuita, per cui diversi giovani partecipano ai concorsi all’estero dove hanno stipendi di gran lunga superiori.

"L'annuncio di istituire una ‘stagione’ di verifiche straordinarie o esterne si configura dunque come un tentativo di sovrapporre una commissione politica a meccanismi di valutazione già in essere e concordati con le parti sociali, minando l'autorità del ccnl – prosegue il comunicato - come una grave ingerenza nell'autonomia gestionale ed un affronto alla professionalità dei lavoratori che sono professionisti di alto profilo”.

La vera iniziativa da adottare per "accrescere la reputazione internazionale del nostro sistema d'Opera" è una sola, secondo la Slc Cgil e le altre sigle: garantire stabilità e risorse adeguate, attraverso il rispetto di una serie di priorità: la stabilizzazione del personale (precario e sottorganico; la certezza finanziaria per la programmazione e i rinnovi contrattuali; gli investimenti; una governance amministrativa e artistica di alto profilo; verifiche periodiche sui bilanci piuttosto che sulle orchestre. 

Sollecitiamo il Governo ad aprire urgentemente un tavolo di confronti,  anche alla luce di norme penalizzanti per i dipendenti in caso di deficit inserite nel “ Codice dello spettacolo”. 

“Sembra che Mazzi, con la sua proposta, abbia nostalgia di un nuovo Miniculpop, dove qualcuno dall’alto del potere romano decide chi è abbastanza allineato al regime culturale del momento" commenta Nicola Atalmi, segretario generale Slc Cgil Veneto, che esattamente una settimana fa scendeva di nuovo in piazza al fianco dei lavoratori della Fenice, contro la nomina del Maestro Beatrice Venezi a direttore musicale del teatro. Ma soprattutto, contro una metodologia verticistica da parte della sovrintendenza, che taglia fuori qualunque confronto con orchestre e maestranze. 

“Mazzi lamenta che non ci sarebbero orchestre italiane ai vertici mondiali, e cita la Berliner come modello. – prosegue il segretario – Bene, allora sarebbe proprio il caso che si informasse meglio: alla Berliner Philharmoniker il direttore viene votato dagli orchestrali, non nominato dai politici come è successo nel caso del Teatro La Fenice”.

Quello applicato dalla Berliner Philharmoniker è proprio il livello di autonomia e qualità che sindacati, musicisti e tecnici stanno chiedendo attraverso le loro mobilitazioni. “Altro che verifiche sugli orchestrali – conclude Atalmi –  che non sono altro se non l’ennesimo tentativo di controllo politico mascherato da ‘valutazione’. Le orchestre italiane meritano rispetto, libertà artistica e trasparenza. Non commissariamenti ideologici”.