Scongiurati i 128 licenziamenti (su 477 dipendenti) alla British Telecom Italia, la cui procedura era stata avviata dall'azienda il 6 aprile scorso. L’intesa tra società di telecomunicazioni e sindacati è stata raggiunta al ministero del Lavoro, prevedendo un mix tra ammortizzatori sociali e incentivi all’esodo.

I contenuti dell’accordo

Alla base dell’intesa c’è il ritiro della procedura di licenziamento. L’azienda applicherà a tutti i 477 dipendenti la cassa integrazione straordinaria per crisi per la durata di 12 mesi, con una quota media massima del 35%. La procedura di licenziamento, chiusa con l’unico criterio (in deroga alla legge) della “non opposizione”, prevede la possibilità, per le lavoratrici e i lavoratori che intendessero aderire, di un piano di incentivi all’esodo.

Entrando nel merito, chi aderirà entro il 31 luglio riceverà 39 mensilità, chi entro il 30 agosto 31 mensilità, chi entro il 30 settembre 23 mensilità e chi entro il 31 marzo 2024 riceverà 12 mensilità. Queste mensilità sono da intendersi riferite a un dodicesimo della retribuzione ordinaria lorda annua fissa individuale, spettante al singolo dipendente alla data di cessazione del rapporto di lavoro, con esclusione delle voci retributive variabili.

Il commento dei sindacati

“L’accordo, raggiunto nell’ultimo giorno utile, è stato il frutto di una lunga ed estenuante trattativa”, commentano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil: “Una vertenza partita con una posizione aziendale intransigente, indisponibile a individuare soluzioni non traumatiche che evitassero la perdita dell’occupazione per 128 lavoratrici e lavoratori”.

I sindacati rilevano che è stata “una mediazione difficile, raggiunta dopo una trattativa tutta in salita, che impatterà in modo importante sul salario delle lavoratrici e dei lavoratori, ma che scongiura i licenziamenti traguardando, almeno per 16 mesi, una garanzia occupazionale che si spera di poter estendere ulteriormente al termine dell’accordo”.