Le voci di cessione sono sempre più insistenti, non si sa quando e con che modalità avverrà, ma il timore si fa sempre più concreto come pure l’ansia di chi ci lavora: in tutti i circa 250 supermercati Sma Simply del territorio italiano è stato proclamato uno sciopero che si svolgerà in maniera articolata nei diversi territori. Nella provincia di Bergamo, un centinaio di persone lavorano nei quattro negozi della catena a Sarnico, Romano di Lombardia, Verdello e Bolgare. Per loro, le sigle del commercio di Cgil, Cisl e Uil locali hanno proclamato uno sciopero di otto ore per domani, 30 aprile. I dipendenti si asterranno anche dal lavoro straordinario o supplementare, con particolare riferimento a quello di giornate domenicali e festive.
 
“Ancora non si sa quando accadrà e a chi verrà ceduta; si è parlato di Conad, Gross, gruppo Arena, ma la preoccupazione e l’incertezza sono sempre più diffuse tra i lavoratori, anche tra quelli della nostra provincia – ha detto Aronne Mangili, Filcams Bergamo –. Fra le ipotesi che abbiamo sentito informalmente, c’è quella di vendere il gruppo a pezzi e a rate. Molti, se non tutti, gli oltre 250 punti vendita a gestione diretta saranno ceduti. Questo ci preoccupa davvero, visto che le recenti cessioni, già avvenute a Roma, sono state concluse senza un accordo sindacale, con il conseguente sensibile peggioramento delle condizioni normative e salariali dei dipendenti interessati”.
 
Da una decina d’anni, il gruppo attraversa una profonda crisi e i continui piani di rilancio commerciale, annunciati ogni volta con toni pieni di entusiasmo, si sono rivelati fallimentari. “L’azienda non ha fatto altro che tagliare il costo del lavoro, diffondendo un senso di sfiducia fra gli addetti – prosegue il sindacalista –. Da più di due anni rivendichiamo il diritto di poter conoscere le reali intenzioni della proprietà. Abbiamo anche richiesto l’intervento del ministero dello Sviluppo economico. Eppure Sma Simply continua a fornire informazioni parziali e poco attendibili, evitando qualsiasi confronto di merito, per ricercare soluzioni condivise per la gestione della fase di crisi e, fatto ancor più grave, alle richieste sindacali non fa altro che gettare nel panico quotidianamente lavoratrici e lavoratori con voci che si rincorrono. Tale atteggiamento deve cambiare subito. I lavoratori hanno diritto a un piano di rilancio serio e convincente”.