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Grande partecipazione allo sciopero nazionale proclamato oggi dai lavoratori e dalle lavoratrici delle strutture aderenti ad Anaste (Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età). Presìdi e manifestazioni si sono tenuti in tutta Italia — dal Lazio alla Lombardia, dall’Emilia-Romagna alla Sicilia — per protestare contro il rinnovo del contratto collettivo nazionale siglato da Anaste con organizzazioni sindacali giudicate “non rappresentative”.
“Abbiamo registrato un’ampia adesione ai presìdi su tutto il territorio nazionale – dichiarano in una nota Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs –. La nostra richiesta è chiara: vogliamo un contratto dignitoso che riconosca professionalità, diritti e qualità del servizio, a tutela non solo dei lavoratori ma anche delle persone fragili assistite ogni giorno”.
Secondo i sindacati, l’intesa firmata da Anaste “rappresenta un peggioramento complessivo delle condizioni economiche e normative del personale” e rischia di accentuare le disuguaglianze tra operatori che svolgono le stesse mansioni nel settore socio-sanitario e assistenziale. “È ora di dire basta alle differenze tra addetti dello stesso comparto – si legge nel comunicato – solo perché impiegati in strutture che applicano contratti meno tutelanti”.
La mobilitazione di oggi nasce anche dal rifiuto dell’associazione datoriale di avviare un confronto serio sui salari e sulle tutele, per allineare il contratto Anaste agli altri contratti nazionali del settore. I sindacati denunciano la “chiusura” dell’associazione e la mancanza di volontà nel riconoscere condizioni di lavoro adeguate alla complessità del servizio svolto.
“La mobilitazione proseguirà – annunciano le organizzazioni – finché non si raggiungerà l’obiettivo di avere un contratto giusto, equo e dignitoso. Non può esistere qualità dell’assistenza senza dignità del lavoro”.






















