Sanità: mentre il costo della vita aumenta, le risorse stanziate per il rinnovo del Ccnl del settore dal governo sono totalmente insufficienti. Lo denuncia in una nota la Fp Cgil. “Nel giorno in cui l’Istat certifica che l’aumento del costo della vita del 2022, pari all’8,7% (indice armonizzato dei prezzi al consumo, Ipca) ha determinato l’impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro paese, l’Aran, al tavolo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale della sanità pubblica, ha presentato il quadro delle risorse rese disponibili dal governo Meloni, che per l’intero triennio 22/24 sono pari al 5,78%”.

Ebbene, continua la Fp, “se si prende a riferimento il solo anno 2022 il paragone è impietoso: a fronte di un 8,7% di incremento del costo della vita, le risorse stanziate dal governo per ristorare i salari delle lavoratrici e dei lavoratori del servizio sanitario nazionale sono state pari allo 0,3% di aumento. Complessivamente il governo ha stanziato, quindi, un terzo di quanto sarebbe stato necessario per recuperare l’aumento del costo della vita del triennio”.
“Per questo – si legge ancora - nella trattativa di oggi abbiamo ribadito come sia assolutamente indispensabile che governo e Regioni si facciano carico della necessità di alzare il livello delle retribuzioni delle lavoratrici di lavoratori della sanità, passando dalle parole ai fatti dopo anni di annunci retorici e vuoti relativi alla volontà di premiare il sacrificio enorme che queste lavoratrici e questi lavoratori hanno sopportato e stanno sopportando”.

Servono "ulteriori risorse: è già successo in passato, sia a seguito dell’accordo sottoscritto con l’allora governo Draghi sia durante la trattativa della dirigenza medica e sanitaria, che si siano trovate risorse aggiuntive: è necessario farlo subito, onde evitare che l’emorragia di lavoratrici e lavoratori da tempo in atto a causa di bassi salari, carichi di lavoro troppo elevati, carenze di organico, prosegua in barba alle continue, rituali e inutili dichiarazioni del ministro Schillaci”.
Per Fp Cgil, “è necessario farlo per dare una risposta alla rabbia montante negli ospedali, negli ambulatori, nelle case di comunità, nei pronto soccorso. Noi continueremo a fare la nostra parte. Anche per questo la mobilitazione che abbiamo promosso da mesi sui temi della salute, del fisco, dei salari e per contratti dignitosi proseguirà e si intensificherà nelle prossime settimane con ulteriori importanti appuntamenti, a partire dalla grande manifestazione del prossimo 25 maggio a Napoli a difesa della nostra Costituzione, che sancisce il diritto alla salute e il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto”.

Cosa che, "con sempre maggiore evidenza, oggi non avviene per chi lavora nel nostro servizio sanitario nazionale”, conclude la nota.