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Si è tenuto martedì 3 giugno a Roma, presso il ministero delle Imprese, l’incontro chiesto dai sindacati che, già a fine 2023, avevano espresso preoccupazione al tavolo di settore termomeccanico in merito all’annuncio del 6 maggio scorso di vendita da parte di Carrier dello storico gruppo Riello.
La direzione aziendale ha confermato la volontà della capogruppo americana di vendere Riello, che conta 1.300 lavoratori di cui la metà in Italia in tre stabilimenti a Verona, a Lecco e Volpago (Treviso). “La motivazione fornita – spiegano Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil – è che, sebbene Riello sia leader in Europa con competenze importanti su caldaie e bruciatori, non ha competenze sui prodotti legati all’elettrificazione”.
Inoltre, l’acquisizione del colosso Viessmann “ha creato sovrapposizioni funzionali, anche se Riello rimane l’unico produttore di bruciatori. Il gruppo Viessmann, a detta dell’azienda, è già pronto per la transizione green, mentre Riello è concentrata solo sui combustibili fossili. Si determina quindi la necessità di trovare un investitore che possa sviluppare il prodotto verso le necessarie azioni. Infine, è stato precisato che a oggi ancora non c’è un acquirente e che verrà coinvolto un advisor cui verrà dato mandato di trovare un acquirente interessato entro fine anno”.
Fiom, Fim e Uilm hanno espresso “la più forte preoccupazione per l’uscita dal gruppo Carrier di Riello, ancor di più per le motivazioni addotte. La riconversione delle produzioni di Riello necessarie per il futuro della storica fabbrica ora diventa la priorità, con o senza Carrier, ma una cosa è certa: la multinazionale, dopo aver fatto profitti con Riello e dopo averne confermato i buoni risultati proprio in sede ministeriale, non può pensare di lasciare senza assumersi le responsabilità fino in fondo. Proprio la Carrier possiede le tecnologie e i capitali necessari a questo scopo o, per lo meno, dovrà garantire le migliori condizioni a chi vorrà compiere l’acquisizione con attenzione massima ai lavoratori e alle loro condizioni”.
Per le tre sigle “la cessione del gruppo Riello deve essere un’occasione di rilancio dei tre siti sul territorio nazionale e non un rinvio dei tempi di una possibile futura crisi dovuta a prodotti oramai fuori mercato come potrebbero essere, sempre in futuro, quelli legati ai combustibili fossili. Allo steso tempo deve essere occasione per mettere al centro del dibattito nazionale il tema di un intero settore coinvolto dalla transizione energetica e con le stesse probabili ricadute”.
Nei prossimi giorni si svolgeranno assemblee in tutti gli stabilimenti e verrà convocato quanto prima un coordinamento di tutte le Rsu per affrontare la situazione. Il prossimo incontro è previsto per il 15 luglio al ministero delle Imprese.