Partito il count down per i 23 lavoratori Nova Apulia, la cooperativa che in Puglia si occupa di servizi museali in diversi siti tra cui il Museo archeologico nazionale di Taranto (MarTa). Per loro il 1° settembre, dopo un periodo di cassa integrazione, scatterà il licenziamento definitivo, perché un'app ha di fatto sostituito le prenotazioni di alcuni servizi di fruizione che prima assicuravano.

"Di fatto - conferma il segretario Filcams di Taranto, Luca Surico - al momento il MArTA ha deciso di utilizzare solo la forma di vendita online dei biglietti e un lettore di codici a barre all'ingresso. Addette e addetti della nostra città, come colleghe e colleghi, sono stati sostituiti da un'app. Per questo c'è molta rabbia, tra persone che hanno dedicato anni di impegno e professionalità a questo lavoro e che non hanno intenzione di fermarsi qui. La protesta di oggi, seconda tappa della mobilitazione, proseguirà il 3 giugno a Bari, al Castello Svevo, anche se il rischio che non si trovi una soluzione e che dal primo settembre queste persone possano restare senza lavoro è molto concreto. Ad oggi la direttrice del Museo non  ha voluto ascoltare la nostra proposta di una gara ponte né prendere in considerazione l’internalizzazione".

Così l'algoritmo che già controlla e dirige alcuni posti di lavoro, in questa vicenda di fatto si sostituisce ai lavoratori. 

Lavoratori che per due decenni sono stati la faccia e il sorriso di benvenuto dei musei e delle attrazioni e che oggi vengono lasciati a casa senza tanti complimenti. Verrebbe da dire che lo Stato ci perde la faccia, visto che la loro mansione, seppur regolata da un datore privato, era svolta al servizio di poli museali e luoghi di arte e cultura pubblici. Si sarebbero aspettati e avrebbero meritato ben altro trattamento, soprattutto adesso che la macchina per la somministrazione dei vaccini anti-Covid viaggia a velocità di crociera per permettere al turismo, anche in Puglia, di ripartire e spingere la ripresa economica. 

"Per vent’anni con uno stipendio privato, ma con funzioni di servizio pubblico. Impossibilitate a fare sciopero e ora sbattute fuori e sostituite da un algoritmo. Ma nessuna macchina potrà mai sostituirci. Non dobbiamo più dimostrare la nostra professionalità. Non chiediamo più solidarietà, ma internalizzazione". Sono dure le parole di Grazia Maremonti, ex lavoratrice addetta alla biglietteria e bookshop del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, che ieri, insieme agli altri lavoratori dell’ex concessionario Nova Apulia provenienti da tutta la regione, ha manifestato davanti all’ingresso del MArTA per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui loro licenziamenti.

Con loro Barbara Neglia, segretaria regionale della Filcams Cgil Puglia, che da alcune settimane ormai presidia tutte le vertenze aperte a livello pugliese con altri siti di interesse culturale e turistico come il Castello Svevo di Bari, il Parco Archeologico di Monte Sannace e del Castello di Gioia del Colle, il parco archeologico e del museo di Egnazia, Castel del Monte e il Castello di Trani.

"Dopo vent’anni di lavoro siamo stati sbattuti fuori dal sito che abbiamo contribuito a far crescere. Il nostro diritto al lavoro è stato calpestato, in primis perché il ministero non ha bandito una gara che ci avrebbe consentito di rimanere nel nostro posto ed erogare il nostro servizio di eccellenza e qualità. Senza di noi i Musei di Puglia perderanno in qualità, in accoglienza, in bellezza – continua Grazia Maremonti –. Abbiamo lavorato anche in sinergia con i funzionari del ministero che avrebbero potuto far sentire il loro peso su questa vicenda e non esprimere solidarietà solo attraverso comunicati stampa e mai di persona".

"Questa mattina siamo davanti al MArTA di Taranto, con tutti i lavoratori dei siti museali pugliesi estromessi dal loro servizio – ha detto la segretaria regionale della Filcams Cgil, Barbara Neglia durante il presidio di ieri –. Si sarebbe potuta valutare una gara ponte che consentisse a tutti loro di rimanere al loro posto, mentre leggiamo sgomenti di una nota del Museo di Taranto che a fronte di questa vicenda umana chiude la pratica sostituendo questi lavoratori con un programma che consente l’acquisto dei biglietti on line".