"Con preoccupazione apprendiamo che nel Consiglio dei ministri dovrebbero essere discusse anche importanti norme sulla portualità a partire dal fondo di accompagnamento al pensionamento anticipato delle lavoratrici e dei lavoratori portuali che ancora non è stato istituito". A riferirlo la Filt Cgil nazionale, spiegando che "prima risulta fondamentale riprendere il confronto con le rappresentanze sindacali in merito a disposizioni che potrebbero avere un impatto significativo sul futuro di tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore a cui si applica il ccnl porti e sul complessivo sistema delle relazioni industriali".

"Dopo quattro anni trascorsi inutilmente - chiede la Federazione dei trasporti della Cgil - riteniamo che sia imprescindibile ottenere un chiarimento sulle eventuali ragioni ostative e che il governo dia seguito alle nostre richieste convocando uno specifico incontro.

"Bisogna evitare le forzature - prosegue la Filt Cgil- dirimendo le questioni ancora aperte come quella che riguarda i dipendenti delle società di interesse generale che, pur versando ed accantonando le quote, risultano ancora esclusi. Inoltre, occorre scongiurare norme che non garantiscono lo sviluppo dei nostri porti e più in generale del nostro sistema economico e produttivo".

"La portualità Italiana - afferma infine la Filt Cgil - non ha bisogno di una riforma, ma solo di pochi e specifici accorgimenti tra cui la previsione di un maggiore coinvolgimento delle parti sociali nei processi decisionali. L'impianto della legge 84/94 non va smantellato, ma applicato fino in fondo in maniera coerente su tutto il territorio nazionale".