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Il corpo del pescatore Antonio Migliozzi, 66 anni, è stato ritrovato stamattina (23 luglio) al largo delle coste di Anzio, l’ennesimo incidente sul lavoro che è finito in tragedia. Il peschereccio di cui era al comando si è ribaltato di fronte al litorale laziale ed è affondato per cause ancora da appurare.
“Questa morte ci ricorda ancora una volta che la pesca è un mestiere tra i più pericolosi afferma il capo dipartimento pesca della Flai Cgil nazionale Antonio Pucillo -. Per questo chiediamo ancora una volta alle istituzioni che la sicurezza dei pescatori diventi una priorità. Nel settore attendiamo ormai da quasi venti anni l’applicazione del testo unico sulla sicurezza, il d.lgs 81 del 2008, un tema su cui da troppo tempo non riceviamo risposte. Chiediamo anche che venga definito un ammortizzatore sociale strutturato che sostenga la pesca in momenti di crisi e che intervenga quando le condizioni meteo sono proibitive o al limite del rischio. I pescatori se non lavorano non mangiano e quindi a volte si trovano ad affrontare pericoli per necessità”.
“I problemi di un settore complesso come la pesca non si risolvono solo attraverso questi strumenti – conclude Pucillo -, ma la loro assenza dimostra la scarsa attenzione verso un comparto che da anni chiede soluzioni strutturali. Continueremo come in passato a sollecitare i governi su questi e altri temi, perché chi lavora nella pesca deve godere delle stesse tutele e diritti di tutti gli altri lavoratori. La Flai Cgil è vicina alla famiglia Magliozzi e a tutta la marineria di Anzio in queste ore difficili”.