"Il ministero dello Sviluppo economico si assuma la responsabilità di fare chiarezza sulle diverse ipotesi di acquisto della Pernigotti che continuano a circolare, ma di cui non si ha alcuna certezza". A dirlo è Marco Malpassi, segretario generale della Flai Cgil di Alessandria, ricordando che il prossimo 5 febbraio è previsto l'incontro al ministero del Lavoro in cui si dovrebbe firmare la cassa integrazione per cessazione e reindustrializzazione per i circa 100 addetti della storica fabbrica dolciaria di Novi Ligure, in assemblea permanente dal 7 novembre scorso. "Continuano a susseguirsi indiscrezioni su possibili acquirenti", spiega Malpassi: "Dopo la Sperlari, che però parrebbe un'ipotesi già tramontata, resta il fondo indiano e circola la voce dell'interesse di un'azienda toscana, mentre i lavoratori continuano a restare nella più assoluta incertezza". L'esponente sindacale aggiunge che "da quanto ci risulta da un incontro avuto con chi rappresenta la proprietà, ossia la famiglia turca Toksoz, al momento si tratterebbe di ipotesi, ma non ci sarebbe nulla di concreto. Per questo sarebbe opportuno che il ministero dello Sviluppo economico, stante la confusione che non fa che alimentare la preoccupazione dei lavoratori, si attivasse per chiedere alla proprietà turca di fare chiarezza". 

ll segretario generale della Flai di Alessandria chiede anche che venga trasformata in legge la proposta presentata dal parlamentare di Leu Federico Fornaro, e sottoscritta da Pierluigi Bersani e Guglielmo Epifani, che prevede la modifica dell'articolo 24 del codice della proprietà industriale, in materia di salvaguardia dei marchi storici. "Il 15 novembre e il 5 gennaio scorso, durante la visita allo stabilimento, il vicepremier Luigi Di Maio aveva promesso un provvedimento a tutela dei marchi storici. Di quella ancora non c'è traccia negli atti parlamentari", conclude Malpassi: "In compenso Fornaro ha presentato una proposta di legge sulla salvaguardia dei marchi storici che prevede che quelli che esistono da più di 50 anni debbano restare sul territorio in cui sono nati. Trasformare quel provvedimento in decreto potrebbe essere per la Pernigotti un'opportunità in più".