Le convocazioni del governo alle parti sociali sono degne del miglior Scherzi a parte. L’invito formale, i riti polverosi, le strette di mano a favore dei fotografi, il tavolo tirato a lucido, i commensali imbellettati. Ma alla fine della fiera resta quella impalpabile sensazione di disagio. E una domanda che sorge spontanea: ma che ci siamo venuti a fare? Mentre lo sguardo vaga tra gli anfratti della sala a scorgere qualche telecamera nascosta. Fisco, sanità, sicurezza, riforme istituzionali, ultimo le pensioni. Ogni incontro con l’esecutivo si trasforma in un utile valzer del futuro: “faremo”, “ci impegneremo”, “vi informeremo”, “ci rincontreremo”. Una melina istituzionale mortificante per svilire il ruolo del sindacato, considerarlo un orpello obsoleto della democrazia. Tipico atteggiamento autoritario di chi vuole giocare a fare la maggioranza e pure l’opposizione.