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Meno precarietà, recupero salariale dell’inflazione, riduzione dell’orario di lavoro, conciliazione vita-lavoro e interventi sugli episodi di violenza di genere. Erano gli obiettivi della piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo della piccola e media industria alimentare per il periodo 2024-2028, che sono stati pienamente raggiunti con la firma dell’intesa tra sindacati e Unionalimentari Confapi il 21 maggio scorso. Un risultato importante, che impatta sulla vita di 40 mila lavoratori, e chiude la tornata di rinnovi contrattuali nell’industria alimentare italiana.
Sindacati soddisfatti
“Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto - afferma il segretario nazionale Flai Cgil con delega all’industria Angelo Paolella, che ha seguito le trattative insieme al dipartimento che coordina -. L’intesa a cui siamo arrivati rappresenta per noi un risultato importante per diversi motivi. Da un lato perché siamo riusciti a portare dentro questo rinnovo tutti i nostri temi, quelli che avevamo posto in apertura dei negoziati. Dall’altro siamo riusciti a farlo in tutti i contratti del settore, ribadendo che quello dell’industria alimentare sottoscritto a marzo 2024 resta il faro da seguire e che tutti gli altri lavoratori del comparto devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele. Un principio che può sembrare scontato ma che non lo è, e anzi spesso in passato è vacillato”.
Aumento salariale
Nello specifico l’intesa di rinnovo prevede un incremento salariale di 280 euro (a parametro 137), con la prima tranche erogata dal 1 giugno 2025 con un aumento di 70 euro, e le successive tre tranche, sempre di 70 euro, che scattano il 1 gennaio 2026, 1 aprile 2027 e 1 gennaio 2028.
Per quanto riguarda il fondo di previdenza complementare Fondapi, il contributo a carico delle aziende arriva all’1,5 per cento. Si parla poi di un progressivo aumento delle ore di Rol per lavoratrici e lavoratori del settore e di un impegno a definire ulteriori accordi di riduzione dell’orario a parità di salario con le Rsu azienda per azienda, in caso di innovazioni tecnologiche che potrebbero impattare su produttività e occupazione.
Più ore retribuite
Aumentano inoltre, nel nuovo testo, le ore retribuite per inserimento al nido e scuola dell’infanzia, malattia del figlio e assistenza dei genitori anziani e vengono implementati nuovi strumenti su formazione, salute e sicurezza. In materia di pari opportunità, diversità e inclusione si chiede che vengano trovate soluzioni attraverso la contrattazione nazionale e quella di secondo livello.
Sul fronte del contrasto alla precarietà, è stata dimezzata la percentuale complessiva dei contratti a termine, in somministrazione e in staff leasing, che passa che passa dal 50 per cento al 25.
Ricomporre il mondo del lavoro
“Per la Flai la ricomposizione sociale del lavoro attraverso il restringimento del perimetro della precarietà e degli appalti rappresenta un obiettivo strategico – prosegue Paolella –. Non solo per garantire condizioni di lavoro e di vita migliori, ma anche per ribilanciare i rapporti di forza guardando al futuro, alle prossime contrattazioni. Peraltro, meno lavoro instabile significa anche minor possibilità di concorrenza interna tra le imprese del settore giocata sulla pelle dei lavoratori, anziché su innovazione e miglioramento dei prodotti e delle condizioni di lavoro”.
In questa direzione va anche l’impegno della Flai nella campagna referendaria dell’8 e 9 giugno, che ha tra gi obiettivi anche la riduzione della precarietà. Le assemblee nelle aziende dell’alimentare italiano in cui vengono promosse le ragioni dei cinque Sì proseguono senza sosta, così come i presidi e i volantinaggi nei luoghi di passaggio e di ritrovo dei lavoratori.