Il 15 febbraio si chiude e 135 lavoratori resteranno a casa. Sono i dipendenti Unicoop Tirreno di quattro punti vendita del Sud del Lazio, da tempo impegnati in una battaglia per il mantenimento dell’occupazione. Una vertenza molto difficile, iniziata quattro mesi fa, che, malgrado i diversi incontri che si sono succeduti, finora non ha trovato soluzione. È ciò che Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil si augurano accada oggi (martedì 15 gennaio), nel corso del vertice a Roma, presso il ministero dello Sviluppo economico.

L’ultimo summit, risalente al 3 gennaio scorso, ha deluso le aspettative. La cooperativa di consumo ha ribadito la propria posizione: venuta meno la possibilità di cessione dei negozi (a manifestare interesse era stata la Conad), che avrebbe consentito di recuperare circa 7 milioni di euro in termini di liquidità, Unicoop ha riproposto il piano di ristrutturazione aziendale, consistente nella chiusura dal 15 febbraio prossimo dei punti vendita di Pomezia (via Cavour), Velletri, Frosinone e Aprilia e nel ridimensionamento di quelli di Colleferro, Pomezia (via del Mare) e Genzano. Il piano prevede anche il riconoscimento di 5 mila euro netti per chi accetterà il trasferimento presso i negozi della rete toscana e di 20 mila per chi sottoscriverà il verbale di conciliazione e formalizzerà le proprie dimissioni.

Il progetto di riorganizzazione è giudicato “del tutto insufficiente” dai sindacati, che rilevano come esso tenda a scaricare sui lavoratori i costi della crisi aziendale, nel contempo non offrendo alcuna garanzia da un punto di vista gestionale. Filcams, Fisascat e Uiltucs, dunque, chiedono a Unicoop Tirreno la verifica delle condizioni economiche dei punti vendita interessati da chiusure e ridimensionamenti, allo scopo di esplorare altre strade per ricondurre progressivamente all'equilibrio il bilancio economico dei negozi. In ultimo c’è anche la questione del rinnovo del contratto integrativo, vecchio ormai di ben dodici anni, dal valore complessivo di circa 10 milioni l'anno: l’azienda ha annunciato di volerlo ridiscutere, e anche su questo punto i sindacati si attendono aperture e non chiusure.

“L'impressione è che Unicoop Tirreno voglia rompere il tavolo delle trattative”, commenta il segretario generale della Filcams Cgil di Latina e Frosinone Giovanni Gioia: “La prospettiva profilata nell'incontro del 3 gennaio scorso è inaccettabile. Ai dipendenti non resterebbe che cedere al ricatto: accettare un ricollocamento in punti vendita lontani o licenziarsi e accettare gli incentivi messi a disposizione”. Per l’esponente sindacale è necessario anzitutto “chiarire bene prima l'ammontare degli incentivi e quanti lavoratori potranno essere ricollocati, prendendosi anche il tempo necessario per ragionare su tutte le ipotesi. Se Unicoop forzerà la mano, dovrà assumersi le proprie responsabilità e non potrà esserci alcun accordo”.