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È una ripartenza molto complicata quella della Moplefan di Terni, meglio nota come “ex Treofan”, azienda chimica produttrice di film in polipropilene, ovvero la plastica con cui avvolgiamo alimenti, medicinali o sigarette, che valse un Premio Nobel a Giulio Natta nel 1963.
Dal novembre 2023 una parte dei lavoratori è in cassa integrazione straordinaria, a rotazione. Adesso, però, l’ammortizzatore sociale viene esteso in forma totale a 80 addetti (su 90, sono esentati soltanto i tecnici delle manutenzioni). La misura, entrata in vigore il 4 giugno, durerà un mese, ma il rilancio tanto auspicato, e fortemente voluto da dipendenti e sindacati, sembra di nuovo messo a rischio.
L’azienda venne acquisita nel 2018 dalla multinazionale indiana Jindal, che in breve tempo stretto giro decise di chiuderla. Dopo quattro anni di dura vertenza, cassa integrazione e cocciuta ostinazione da parte dei lavoratori, nel settembre 2023 viene acquistata dalla polacca Visopack, impresa specializzata proprio nella produzione di film in polipropilene, che si occupò anche di reindustrializzare gli impianti.
Ma ora si evidenzia un problema di liquidità. La Moplefan finora ha prodotto perlopiù campioni da mandare ai potenziali clienti, ma il flusso economico stabile derivante delle vendite ancora non c’è. La società ha chiesto un prestito alla Sace, ossia il gruppo assicurativo-finanziario controllato dal ministero dell’Economia, specializzato nel sostegno alle imprese. Ma questa linea di credito ancora non si accende.
Filctem: “Necessario avere la liquidità”
“L’impianto di estrusione B30, che è il primo punto del piano industriale presentato da Moplefan, da febbraio è ritornato a produrre tutti gli stessi prodotti che fabbricavamo da 50 anni, e quindi con i vecchi marchi”, spiega al Tg regionale dell’Umbria David Lulli, delegato Rsu Filctem Cgil: “Gli ordinativi ci sono, ma purtroppo, non avendo liquidità, non si possono prendere perché non si possono rispettare quelle che sono le giacenze”.
Conclude Lulli: “Il dialogo tra ministero, Sace e azienda ci è sembrato bloccato, quindi ad aprile siamo intervenuti al tavolo ministeriale. A quel tavolo sembra che, fortunatamente, dai primi di maggio si stia dialogando, si stia cercando di inviare quella documentazione necessaria ad avere la liquidità”.