L'Inps ha pubblicato i dati relativi al quarto trimestre 2018 su assunzioni, cessazioni e trasformazioni di contratto di lavoro dipendente nel settore privato. In premessa, è opportuno sottolineare che non si tratta di occupati, ma di contratti e del solo settore privato; è importante rimarcare tale aspetto, perché ci possono essere anche più contratti per una sola persona.

Comunque i dati sui contratti sono indicativi di una tendenza che per la Liguria non pare essere buona. Secondo quanto elaborato da Marco De Silva, responsabile dell'ufficio economico Cgil Liguria, il quarto trimestre 2018 ha subìto una pesante contrazione (-12,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), soprattutto nei contratti precari, in particolare la tipologia del tempo determinato con 4.642 contratti, contro i 6.976 dell’anno precedente (-18,5%) e della somministrazione con 1.467 contratti contro i 2.427 del 2018 (-31.3%).

Federico Vesigna, segretario generale Cgil Liguria: “I dati del quarto trimestre del 2018 fotografano per la nostra regione una doppia situazione: da un lato si misurano certamente le conseguenze del crollo del ponte Morandi e, dall’altro, si registrano i primi effetti del decreto dignità, che è riuscito nell’intento di ridurre la precarietà, facendo sparire migliaia di contratti a termine”. E aggiunge: “Con i dati rilevati nel quarto trimestre, le premesse per i primi mesi del 2019 difficilmente saranno buone. Di certo, anche la Liguria è dentro il processo generale nazionale di rallentamento dell’economia, ma lo scenario che abbiamo di fronte ha una incognita in più, in quanto, al netto dei tempi della ricostruzione del ponte, si fa molta fatica a vedere gli effetti del decreto Genova”.

De Silva entra nello specifico dei dati 2018: “Il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo (+8.543 contratti) e questo conferma, o meglio confermava, una timida ripresa anche nella nostra regione. Ma se si analizza il quarto trimestre la tendenza cambia, in quanto il saldo occupazionale (assunzioni meno cessazioni) è negativo per 7.921 contratti. In tale dato, è molto significativo il crollo dei contratti di somministrazione e dei contratti a termine che rappresentano oltre il 60% di tutte le nuove assunzioni”. E continua: “Fra i dati positivi, anche se purtroppo poco significativi, ci sono le trasformazioni di contratto in rapporti di lavoro a tempo indeterminato: ben il 92,7% in più rispetto all’anno precedente. Purtroppo, però, i contratti stabili sono sempre più marginali nei flussi di assunzione (rappresentano ormai solo l’11% del totale) e non riescono a incidere in modo significativo sul saldo occupazionale”.