Polizia penitenziaria in fermento per le gravi condizioni di lavoro nella casa circondariale di Lecce. Fns Cisl, Fp Cgil, Sappe, Sinappe, Uil Pa e Uspp hanno proclamato lo stato di agitazione del personale in servizio a Borgo San Nicola e chiesto un incontro urgente al prefetto Maria Teresa Cucinotta.

“Dopo le reiterate istanze degli scorsi mesi – scrivono in una nota i sindacati – torniamo a chiedere l’apertura di un tavolo di confronto con il rappresentante territoriale del governo, con il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria (Prap) e con il direttore della casa circondariale leccese sulle gravi condizioni di lavoro in cui sono costretti ad operare gli agenti di polizia penitenziaria a Lecce: turni massacranti ben oltre le ore previste dal contratto, servizio al di sotto degli standard di sicurezza al Nucleo traduzioni e piantonamenti, equipaggiamento e mezzi a disposizione del personale obsoleti, organizzazione del lavoro da rivedere. A Lecce, in particolare, la carenza di organico è ormai conclamata e ha ricadute sulla sicurezza tanto dei lavoratori quanto dei detenuti, oltreché per l’intera comunità, in termini di controllo e di sicurezza interna ed esterna alla Casa circondariale”.

“Basti pensare che all’interno delle sezioni detentive, per i turni serali e notturni, un poliziotto è costretto a badare a due sezioni anziché una – proseguono i sindacati –. O che spesso viene soppresso il servizio lavanderia per i detenuti, con tutte le conseguenze igienico-sanitarie del caso. O ancora che il personale deve ancora fruire delle ferie maturate nel 2017. Per non dire del Nucleo traduzioni e piantonamenti ormai al collasso: non si riescono a garantire ai detenuti nemmeno le visite programmate nei vari ambulatori od ospedali della provincia. Il riposo previsto per il lavoratore dopo il notturno è ormai un miraggio. Gli uffici amministrativi vengono chiusi per impiegare il personale nelle scorte: pertanto ci sono agenti che a fine servizio sono costretti a continuare il lavoro per garantire le minime incombenze utili al regolare servizio del giorno successivo. Il personale, con un’anzianità media di servizio molto alta, è ormai al collasso”.

Le richieste di incontro avanzate nei mesi scorsi sono cadute nel vuoto. Per questo motivo i sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione del personale dipendente e rinnovato la richiesta di un incontro al prefetto, “sperando di trovare maggiore ascolto vista la questione di sicurezza pubblica che viene posta”.